Autobus cittadini di Trento e Rovereto
Nel mese di OTTOBRE negli autobus di Trento e Rovereto potrete vedere appesa una selezione dei testi che il Gioco degli Specchi ha ricevuto sul tema dell'identità.
Ringraziamo tutti quelli che in piena estate hanno risposto alla nostra richiesta di inviare un loro pensiero o una riflessione letta che potesse chiarire il concetto di identità.
La selezione, per i cartelli che nel mese di ottobre trovate appesi negli autobus di Trento e di Rovereto, è stata effettuata tenendo innanzitutto presente la brevità e chiarezza della comunicazione.
Di seguito pubblichiamo l'intero elenco dei messaggi, (anche in allegato).
Sempre in allegato, la versione pdf dei messaggi appesi sui bus.
1. Come si dice Heimat in italiano ? E’ una parola che con l’Italia non c’entra niente, sa di pane al cumino, di Stube tiepida quando fa freddo, di Adventskalendar. Neanche “ Patria “ va bene, questa invece sa di monumenti in granito, di linee di confine tracciate da cancellieri distratti, di ragazzi mal equipaggiati spediti a morire da generali anziani.. “ Paese “? Ecco, sì:
l’Italia è il mio paese.
Francesca Melandri, Eva dorme, Mondadori, 2010, pag. 188
2. Nastri de partenza
Se ‘ncrósa storie e memorie
nade e vegnude cossì da so pòsta.
Le se ‘ncrósa sènza darse dént
enté ‘n crosaròl sót a lum sbiavìde
de face smaride
ciapade a rabotar sgrifóni,
sbrèghi, ferìde
‘nté ‘n zògh de parole
che se mìssia a profumi de vim
a odori smalzadi ‘n cosìna.
Pò vèn la nòt
e vèn la matina
che, tant che marionéte
che del so fil no le pòl far sènza,
la ne cata ancór tuti
ai so nastri de partenza.
da Guido Leonelli, “La Ròda”; Edizioni31, 2010
www.guidoleonelli.altervista.org
3. "Un tronco di legno anche se rimane per anni nel fiume, non diventa mai un
coccodrillo" (Proverbio camerunese)
... ma si bagna.
KOSSI KOMLA-EBRI
4. L’identità non è un concetto statico ma dinamico. Vivere significa essere soggetti a cambiamenti. Non si cambia senza sofferenze. Succede quando lasciamo vecchi schemi, quando abbandoniamo abitudini che non servono più. Siamo obbligati a cambiare quando cambiano certe circostanze della nostra vita. In questo senso ,siamo tutti migranti,
Christiana de Caldas Brito
5. Mappa dell’identità: Sono nata in Argentina, vissuta in Bolivia, cresciuta in Svezia, residente in Italia. I miei nonni venivano dalla Corsica, Paraguay e Francia. Mio marito è nato a Bergamo. Suoi nonni venivano dalla Puglia, Toscana e Veneto. Nostri figli sono nati a Bergamo.
L’identità: Sono ciò che diverrò mentre cerco ciò che sono stata attraverso ricordi di chi non c’è più ma in me rimane. Sono ciò che sono, formata da tutto ciò che ha viaggiato in me. Sono io moltiplicata per ieri, oggi e domani. Una, nessuna, centomila.
Candelaria Romero
6. Identità = io + mia madre + mio padre + mio nonno + mia nonna + bisnonni + fratelli + sorelle + la mia terra + la mia residenza + i sogni + i ricordi + le ricette + la mia sete + le paure + l’oblio + gli obblighi x l’infinito < l’immenso<l’assenze (km.2 ) un % diviso per ciò che verrà : me
Candelaria Romero
7. Chi sei (chi sono) ?
Chi decide chi sei?
Chi si chiede chi sono?
Tutto il mondo fuori e dentro vuole che io sia (qualcosa).
Il mondo fuori e dentro si chiede chi io sia.
Lascio andare il mondo che fuori e dentro vuole che io sia (abbia).
Lascio andare il mondo che fuori e dentro si chiede chi io sia.
In fondo sono soltanto: corpo spirito mente pensieri azioni parole fatti atti gioia dolore prigione libertà e tanto altro ancora.
Sono la vita che scorre.
Sono la vita che chiede solo di essere vissuta (pienamente).
Egidio Frisinghelli, Rovereto
8. Canto alle copiose e bianche gocce,
perché tu mi hai nutrito,madre mia.
Canto alla cruda e dura terra,
perché tu mi hai cresciuto, padre mio.
Oh, semina feconda,
ricco è oggi il mio raccolto.
Le mie radici, inerpicate vanno a diramarsi al cuore!
FeBe
9. ARIA
Nessuna biografia racconta di uomini isolati; ogni narrazione pulsa di particelle non proprie, non note, non regolari, che nessuna recinzione identitaria può ingabbiare. Un vento di noi che è tanto più vivace laddove è non avvertito, non chiassoso, non definito…soltanto semplice ‘aria’ che passa ‘attraverso’.
Roberta Soldera
10. CHI SONO IO?
Una spuma bianca
che abbraccia la roccia
voluttuosa
Una schiuma che saltella
s’increspa
si sballotta
Una scultura piena
e poi vuota
Materia in trasformazione
Una palla mozzafiato
che s’intasca silenziosa
fra le nubi
Mille rivoli sbattuti
che si sciolgono
nel mare
Un manto di bava bianca
che avvolge l’atollo
e scompare
CHI SONO IO?
Un’esplosione di bambagia
fiocchi di cotone
all’improvviso
Crateri che appaiono
e scompaiono
Lupi abbaianti
Fontane che invadono
gorgogliando
senza pudore
Cavalli imbizzarriti
che s’infrangono
senza farsi male
Tuoni sordi
rumori inquieti
riposo e silenzio
Chi sono io?
Asia dai capelli biondi
che piange il suo dolore
Casetti Carla
11. Forza d'identità
" Identità è sentirSi.... nel centro...confrontandoSi..... senza perderSi nel
nulla"
Manuela Giusti
12. L'identità evoca in me: l'immagine di nuvole che nel cielo ricamano itinerari per la pioggia!
Adel Jabbar
13. " Chi sei? Alla ricerca delle identità"
"Ho 3 anni e sono già un bambino, figuratevi che responsabilità! quando diverrò
più grande sarò un adulto e non so cosa significa, ma so che sarò sempre io. Gli
altri pensano che io sia capriccioso, viziato e egoista; invece io sto solo
cercando di fare del mio meglio, e so che meglio di così non riesco. Per gli
altri sono solo Adam, per me sono tutto ciò che ho.
Adam Fatih"
14. “Per sapere chi sono non ha importanza avere ragione. Tutti hanno ragione su tutto e la mia vita non diventerà significativa solo perché una risposta (la mia) è stata data. La prospettiva è la chiave, da quale punto voglio osservare la realtà ?”
Claudio Caliari
15 Identità: Sentire una sinergia tra le molteplici esperienze della vita, che pure ha una varietà di sfaccettature, e amarsi comunque nel riconoscere un unico indefinibile nucleo di continuità nei valori che esso propone di raggiungere.
Carla Corradi
16. Max Weber stesso, che viene considerato uno dei fondatori della Sociologia, scrisse una volta di considerarsi sociologo perché così stava scritto nel decreto di nomina alla cattedra che ricoprì negli ultimi anni di vita presso l'Università di Monaco.
A Cavalli: Incontro con la Sociologia.
17. Noi siamo il risultato, o la risultante, di una catena composta da una moltitudine di azioni umane messe in moto da valori, visioni del mondo, desideri, illusioni ed errori, la cui genesi si perde nella notte dei tempi, agli albori della nostra coscienza.
Io
Emiliano Ferrari
18. COLORI E SUONI
La mia identità è diversa dalla tua perché io sono io, parte di me e della mia storia mentre tu sei tu, parte di te e della tua storia differente da me.
Come frammenti di un’infinita storia in un infinito mondo, siamo diversi tutti da tutti poiché ognuno rappresentato da un’identità unica.
Identità come fardello di vita che rende noi ricchezza unica di una realtà fatta di colori e suoni.
Veronica Ferlito
19. Da dove io vengo, le strade da me percorse e vissute, le acque e terre da cui il mio sangue ha avuto origine; nel viaggio del tempo che ha generato me e le mie radici lontane io esisto e porto avanti la mia storia: vi racconto me e la mia identità.
Veronica Ferlito
20. TONI E COLORI
La nostra identità è il nostro fardello di vita, un abito che si è indossato alle origini di noi e che col tempo, ha mutato toni e sfumature fino ad acquistare compattezza e stabilità. La nostra identità risiede in noi ed è parte intima del nostro essere, della nostra anima.
Veronica Ferlito
21. Se so chi sono, ti incontro, non ho paura.
Pio
22. NON SONO HEIDI
carta di identità, identity card
ID la chiamano, si dice Ai Di
mi identifica, o meglio,
permette di identificarmi
è un minimo richiesto
per convivere
spiega dove pago le tasse
dove sono cittadino
ma se guardo bene
accidenti
io non sono ID
io non sono Heidi
Paolo Domenico Malvinni
23. Chi sei?
Me lo sono chiesto molte volte e ho cercato, disinvoltamente, di trovare
dentro di me ciò che avrei voluto essere. Alla fine ho scoperto che ho sempre
cercato di essere quel qualcuno che gli altri avrebbero voluto trovare in me.
Sbagliato! Ho cominciato a vivere quando ho cominciato ad essere chi sono.
Tante situazioni interne ed esterne ci portano a proiettare nel nostro spazio
un immagine "cercata", alla fine ho scoperto che il punto critico è lasciare
trapelare l'immagine "trovata" dopo lunghi anni a tentare di comprendersi.
Con tutti i difetti e con tutti i problemi, ma sono io, finalmente.
Diaolin
24. I cittadini non sono più costretti, come accadeva in passato e come da più parti accade anche oggi, a sottomettersi a un'identità che li confina in una sorta di campo di concentramento dal quale non c'è possibilità di fuga – un'identità imposta dalla lingua, dalla nazione, dalla chiesa e dagli usi e costumi del luogo di nascita
25. I tentativi di imporre un'identità culturale a un popolo equivalgono a imprigionare quel popolo togliendo ai suoi membri proprio la libertà più preziosa, e cioè la libertà di scegliere che cosa, chi e come vogliono essere. ...un continuo e serrato confronto con altre culture...permette loro di evolvere assecondando lo scorrere incessante della vita
Mario Vargas Llosa in Dušan Veličković, Serbia hardcore, Zandonai, 2008
26. Ci sono molti che si identificano in personaggi a cavallo tra più culture, anch'io rivendico le mie appartenenze multiple. Viviamo in un mondo nel quale siamo costantemente 'spinti' verso la scelta di un'unica appartenenza. Io non ci credo: non ho un'identità unica, la mia identità è costituita da appartenenze multiple ed è proprio questo che fa la mia specificità.
Amin Maalouf in Costanza Ferrini, Venature mediterranee, Dialogo con scrittori di oggi, Mesogea, 1999
27. La letteratura della migrazione non si limita ad essere uno strumento di conoscenza degli altri e per gli altri ma è anche conoscenza di se stessi. La nostra identità non è un fenomeno statico, essa si sviluppa in modo dinamico e si afferma nello scambio e nell'incontro con l'altro. La nostra identità è un percorso continuo
28. [da migrante] vivi come una doppia identità: ti ritrovi straniero nella tua terra e straniero nella nuova...il tuo destino è come sospeso tra due culture, due modi di fare, tra due mondi, e ci vuole molto cuore e molto cervello per non disperdere la ricchezza di appartenere a due civiltà diverse, di vivere un'identità plurale
Kossi Komla – Ebri in All'incrocio dei sentieri, I racconti dell'incontro, EMI, 2003
29. Sii sempre te stesso perchè solo la vita vissuta è conoscenza! Quel che è semplice si vede semplicemente e quel che è semplice si comprende di rado, ma la polvere della verità vola e trova le vie per entrare, e un albero che cade nella foresta, se non hai orecchie per sentire non fa rumore, eppure... cade!
Tommaso Clemente, dalla filosofia Zen
30. E a proposito di identità, [Edouard Glissant] specifica che trattasi di identità a rizoma e non a radice: “non potremo cambiare niente della situazione dei popoli del mondo se non cambieremo questo immaginario, se non cambieremo l'idea che l'identità deve essere una radice unica, fissa e intollerante”.
Paola Zaccaria, La lingua che ospita, Meltemi, 2004
31. Per me la ricerca d'identità e del modello è davanti, mai dietro. ...La nostra identità è davanti a noi.
Jean-Mari Tjibaou, in Marco Aime, Eccessi di culture, Einaudi, 2004
32. Quanti dei miei simili condividono con me i pochi elementi disparati che hanno plasmato la mia identità e tratteggiato, a grandi linee, il mio itinerario? Pochissimi. Forse addirittura nessuno. Ed è proprio su questo punto che vorrei insistere: grazie a ciascuna delle mie appartenenze, prese separatamente, ho una certa parentela con un gran numero di miei simili; grazie agli stessi criteri, presi tutti insieme, ho la mia identità personale, che non si confonde con nessun'altra.
Amin Maalouf, L'identità, Tascabili Bompiani, 2007
33...quando si concepisce la propria identità come la risultante di molteplici appartenenze...si crea un rapporto differente con gli altri..Non si tratta più semplicemente di 'noi' e di 'loro' – due eserciti in ordine di battaglia che si preparano al prossimo scontro..
Amin Maalouf, L'identità, Tascabili Bompiani, 2007
34. Se i nostri contemporanei non verranno incoraggiati ad assumere le loro molteplici appartenenze, se non riusciranno a conciliare il loro bisogno di identità con un'apertura schietta e priva di complessi alle culture diverse, se si sentiranno obbligati a scegliere fra la negazione di se stessi e la negazione degli altri, formeremo legioni di pazzi sanguinari, legioni di squilibrati.
Amin Maalouf, L'identità, Tascabili Bompiani, 2007
35. Un'identità...sentita come la somma di tutte le nostre appartenenze, e in seno alla quale l'appartenenza alla comunità umana [acquisti]sempre più importanza, fino a diventare un giorno l'appartenenza principale, senza per questo cancellare le nostre molteplici appartenenze particolari
Amin Maalouf, L'identità, Tascabili Bompiani, 2007
36. Sul piano globale, come in seno ad ogni società,nessuno dovrebbe sentirsi schernito, sottovalutato, deriso, demonizzato, al punto di essere costretto a dissimulare vergognosamente la propria religione, o il proprio colore, o la propria lingua, o il proprio nome, o qualsiasi elemento costitutivo della propria identità, per poter vivere in mezzo agli altri. Ognuno dovrebbe poter assumere, a testa alta, senza paura e senza rancore, ciascuna delle proprie appartenenze.
Amin Maalouf, L'identità, Tascabili Bompiani, 2007
37. Sono uno che si alza la mattina, spesso alla stessa ora. Abito, appena fuori dal centro città. Lavoro, anche. Studio, più in centro. Per chi mi affitta la casa, sono "studente fuori sede". Per chi apprezza il mio lavoro, sono "educatore", "responsabile progetti". Per me, dipende dai giorni. Mi sento, soprattutto, persona, amico, fratello. Mi definiscono lo spazio, le amicizie, le cose. Mi sono sentito a casa ai bordi della città. Nel centro, attraversato fin troppo, nelle colline e nei laghi di montagna, più in là. Un tempo, iniziavo a sentirmi a casa partendo. Ora no, sto sulla soglia. L'appartenenza è fatta di fili sottili, di gesti familiari. Sogno un uomo che non appartenga che a se stesso, mentre mi accorgo che non può essere. Sono luoghi, sono storie: di famiglie vagabonde. Facevo un gioco, con amici trentini: scomponi il tuo sangue, la tua ascendenza fino ai bisnonni. Mi vantavo di non avere un ottavo di sangue uguale all'altro. Dal 1994 sono a Trento. Convivono in me avi campani, francesi, svizzeri, siculi, liguri, lombardi, romani. Sono strano, estraneo, straniero, vivo le parole.
Giacomo
38. Una parte di me viene dall’ Europa, una parte di me viene dall’America.
Sono cresciuta fra l’Oceano Pacifico e le Ande. Ho vissuto nel deserto,
sulle montagne andine e nella selva amazzonica. Sposata con un alpino, ho
figlie in America ed Europa. Chi sono? Una nipote di emigranti, una
cittadina del mondo attuale che convive e sparte culture diverse.
Adriana Alarco in Zadra
39. L’identità è libera, in costante movimento: cambia senza soluzione di
continuità, cresce.
L’identità è idea, scelta, esperienza, delusione, emozione e mozione.
L’identità è memoria, passato vissuto. E’ scoperta, presente e futura.
L’identità è intreccio di incontri, sguardi e persone. Un continuo contatto:
incastro e condivisione.
*Chiara Baldin, Ferrara*
40. L'identità è un qualcosa che non si suddivide in compartimenti stagni, non si
ripartisce nè in metà, nè in terzi. Non ho parecchie identità, ne ho una sola,
fatta di tutti gli elementi che l'hanno plasmata, secondo un dosaggio
particolare che non è mai lo stesso da una persona all'altra.
41. L'identità si costruisce e si trasforma durante tutta l'esistenza.L'uomo è come
una grande pianta piena di radici e ogni radice corrisponde a un qualcosa che si
diversifica dall'altro, può essere la lingua, la discendenza, il sangue, la
religione, lo studio, le esperienze di vita, tutto lo plasma.
Federica Manfrini da Amin Maalouf, "L'identità", Bompiani,Milano 2005, pp.11-12
42. L´identitá non é uno stato. E´un cammino definito dalla rete di relazioni in cui siamo immersi e dalla direzione della nostra esistenza, che sfugge ad una definizione una volta per tutte.
Una vera carta di identitá dovrebbe contenere i nomi dei nostri amici/che, parenti, dei luoghi che amiamo; di tutti gli esseri "materiali e immateriali" con cui siamo correlati;e i sogni che cerchiamo di realizzare
Pierpaolo Patrizi dialogando con Lucio Pinkus
43. "Povero l'uomo che si rifugiò nella falsa identità , non capì che era figlio delle stelle e che la sua mente seguiva il moto della luna e del sole e che prima delle sue mura la sua casa era il Mondo."
Bruce Gil
44. Conosci te stesso
Conosci te stesso? Io mi sono sempre conosciuto tardi. Sono stato ladro e l’ho saputo dai giurati. Sono stato assassino e l’ho capito a delitto consumato. Sono stato vittima e l’ho scoperto al mio funerale. Sono stato bugiardo, nessuno e santo. Sono stato figlio quando ho visto i miei figli nascere. Pensandoci, la persona che veramente mi conosce è mia madre. Le mamme sono le uniche che conoscono bene i loro figli, cioè se stesse.
di Muin Masri www.muinmasri.it
45. CHI SEI?
"Sono Irene Rodríguez, Una Italo-Argentina che tutti giorni beve mate accompagnato del meraviglioso pane altoatesino"
Per me la identità si ricrea con ogni nuova conoscenza, sommando lo nuovo senza perdere di vista il origine, lo importante è provare tutto per potere scegliere.
è una spirale che cresce al infinito.
Danke, cariños e saluti Irene
46.
"*chi sono? la pendolare del mattino*"
*moltitudini di soli*
*unti, inchinati, *
*impiccati, immoti, *
*allineati sulle strade*
*
*un buio altrove*
*
*moltitudini di volti omogenizzati*
*vanno cogl'occhi ai retrovisori*
*in risme di sogni impacchettati*
*
*potessi svegliarmi*
*in una donna da umana*
*per distinguere l'alba del giorno*
*affogando nel vero seno della vita*
emilio manfrini
47. Identità vuol dire non essere identici e neppure uguali fra di noi .
Siamo così diversi che nell’avventuroso confronto con la diversità nostra e quella degli altri non ci annoiamo mai.
Mariarosa R.
48. "Dice: sono di lì. Sono di qui e non sono né lì né qui. Ho due nomi che si
incontrano e si separano, due lingue, ma ho dimenticato qual era quella dei
miei sogni."
Mahmoud Darwish
49. L'identità è come un ombrello: ti fa sentire a tuo agio anche se piove o se c'è il sole; dipende dalla tua identità.
Ennio Colò
50. SGUARDI
Mi chiedo come si sentono
gli altri stranieri in questa terra.
Io inizio a sentirmi differente.
In qualche modo
le cose, i visi, i luoghi
non mi sono più così distanti.
E’ vero, continuo
a ripudiare il freddo e la freddezza,la superficialità che annichilisce
la conoscenza.
Ora però la
differenza
è che il mio sguardo
incontra il vostro,
e vedo altro!
Alexandra Ramirez
(Colombia)
P.S.: alla domanda "chi sono?" rispondo così: sono poesia al vento.
51. Il Volo del Mattino
"Non so dove vado, ma so con chi vado,
non so dove sono, ma so che sono in me,
Non so che cosa sia Dio,ma Dio sa che cosa sono.
Non so che cosa sia il mondo,ma so che è mio,
Non so quanto valgo,ma so solo fare paragoni.
Non so che cosa sia l'amore,ma so che godo della sua presenza.
Non so evitare i colpi,ma so come sopportarli.
Non posso evitare la violenza,ma posso negare la crudeltà.
Non posso cambiare il mondo,ma posso cambiare me stesso.
Non so che cosa faccio,ma so che sono fatto da ciò che faccio.
NON SO CHI SONO,ma so che non sono colui che non sa.
(dal web)
spedito da Giovanna
52. Chi sono?
/E lo chiedi a me?/
Chiedilo agli altri!
Ma scusa; è il "come ti chiami?" Se c'è una persona al mondo che non si
chiama son proprio io. Son sempre gli altri che mi chiamano.
Insomma, /noialtri/ non sappiamo chi siamo e nemmeno come ci chiamiamo. Ci
chiamiamo e, quindi, siamo - esistiamo più per gli "/altri/" che per il
"/noi/".
Hai capito? No??
/E lo chiedi a me?/
Fabio Pipinato
53. VITTORIO GASSMAN
http://www.youtube.com/watch?v=X0-pjAjg6w8
RECITA POESIA di RAFAEL ALBERTI nel programma TV " IL MATTATORE " del 1959
54. "...Una delle idee contenute in questo libro è che davvero non ci sia poi molta differenza tra razzismo e identitarismo. Entrambi si appellano infatti a una sostanza, prevalentamente biologica nel primo caso, prevalentamente storica o culturale nel secondo, ed entrambi pongono nel centro delle proprie preoccupazioni la "purezza" della loro sostanza...
... se è ufficialmente tramontato il mito della razza, ha trionfato invece il mito dell'identità: il posto lasciato vuoto dal primo è stato comodamente occupato dal secondo..."
F. Remotti "Ossessione identitaria", Editori Laterza 2010
55.
Se sei disposto a impegnare te stesso per la tua Comunità.
Se te la prendi quando maltrattano il tuo Territorio.
Se senti il bisogno di partecipare alle istituzioni democraticamente elette
o ad altre forme di rappresentanza sociale …. allora può essere che tu
abbia un forte senso di identità.
Armando Stefani
56. Esiste una sola identità: quella di essere un uomo.
Per cui, facendo nostra una battuta della commedia "Il punitore di se stesso" di Terenzio (Publio Terenzio Afro, 195-159 a.C.), possiamo dire: Sono un uomo, nulla di ciò che è umano mi è estraneo (Homo sum, humani nihil a me alienum puto).
Roberto Adami.
57. ESERCIZIO
Domanda a te stesso:
"CHI SONO IO?"
"Sono il corpo"?' ( Che è in continuo cambiamento e composto di molecole
in perpetua trasformazione).
"Sono i miei pensieri"? ( I pensieri fluiscono costantemente attraverso
la nostra coscienza,ma nessuno si ferma mai permanentemente ).
" Sono le mie emozioni?" ( Anch'esse sono costantemente in mutamento e
quindi vanno e vengono).
"Sono la mente?" ( La mente è fatta di differenti processi di
pensiero,tra i quali c'è il concetto di essere un individuo separato, e
questo ci porta a vedere il mondo da tale prospettiva
A questo punto puoi chiedere a te stesso:
" CHI SONO IO allora?"
Non è una domanda cui devi dare risposta, semplicemente contemplala
interiormente.La causa di tutte le sofferenze è l'identificazione con
un'identità separata.Il credere di essere separati dalla vita genera
sofferenza.
Giovanna, dal testo "DAL CUORE" di Anette Carlstrom ed Eva Brenckert,-Scoprire e
vivere la nostra vera natura: ONENESS DIKSHA, ed.Il punto di incontro
58. Bisogna combattere la violenza. Il bene che pare derivarne è solo apparente;
il male che ne deriva rimane per sempre
Gandhi
59. Bruco: chi sei tu?
Alice: io... io non so più esattamente chi sia...So chi ero stamattina, ma poi
sono diventata un'altra e questo per parecchie volte...
Bruco: che cosa intendi dire?
Alice: temo che non potrò spiegarmi poichè, vede, io non sono più io!
L. Carrolll "Alice nel paese delle meraviglie"
60. "L'identità presuppone il riconoscimento sociale. Si consideri ad esempio che lo sguardo del genitore è il primo specchio nel quale il bambino si vede: mi guardano, dunque esisto."
Davide Sparti "L'identità incompiuta . Paradossi dell'improvvisazione musicale" , il Mulino pp.11
proposto da Federica Manfrini
61. Identità
Chi sono non lo so.
Tu mi vedi e lo sai.
Dici che sono italiano
sono bianco, son cristiano
son gentile, intelligente,
per bene e benestante
di sicuro ben sposato
e da tutti rispettato.
Sono padre e professore.
Ma tu dimmi per favore:
pensi sia questa qua
la mia vera identità?
Porto dentro qui nel petto
l’infinita varietà
della mia umanità:
tanti volti, tante storie
tracce vive di memorie
un abbraccio sconfinato
il respiro del creato
una lacrima d’amore
il battito del cuore.
E uno sguardo dritto al fondo
nel mistero più profondo
ma lì mi perdo e mi sorprendo:
Quanti occhi ha il mondo!
Mi ritrovo nello specchio
infinito e frammentato
e un riflesso - a volte strano -
mi dona il senso dell’umano.
Ecco è un attimo
poi si appanna.
Mi soffermo, in verità:
forse è lì l’identità.
Bran ‘10
62.I DENTITA'
E' quando il respiro si fa calmo
ed immobile ascolto il canto della natura
che mi accorgo veramente
CHI SONO...
niente...o parte del tutto.
Solo pace diffusa.
E così vorrei rimanere
senza inutili pensieri bugiardi
ed ingannatori che confondono,
deviano e bloccano il cammino.
...e mi sento di nuovo integra.
Giada Ettore, inviata da Giovanna C.
63. Un funambolo, un lupo feroce, un randagio. Una donna con la bava alla bocca, ripulita dalla prudenza. Chi sono dunque? L’incrinato specchio di troppe attese, la negazione di mille sogni e la rinascita quotidiana. Son quello che è rimasto dopo l'alluvione ed ogni giorno tento di scalare l'arcobaleno.
Federica Mandato
64. Nel profondo del nostro IO è nascosto il vero IO che riveliamo solo se ne siamo capaci e solo se lo vogliamo veramente. Nulla è come sembra. Miriadi sono i modi in cui possiamo farlo: bellezza esteriore, mentale, gesto, parola, danzando o cantando. Ognuno di uno ha un’unicità che contraddistingue il suo ESSERE e che ci fa essere presenti in una dimensione reale IDENTITA’.
Dott.ssa Stefania Di Santo
65. Identità è ambivalente significato di appartenere a qualcosa, di identificarsi in un gruppo, in una nazionalità e allo stesso modo di marcare i confini con quello che sentiamo non ci appartenga, con quello che non siamo.
Come l'essere di una nazione, di una regione, di una città; io sono italiana, io sono sarda, io sono donna, eppure nelle mie terre mi sento cittadina del mondo e nel mondo mi sento cittadina della mia città, mi sento appartenere alla mia regione, mi identifico nella mia nazione. Nei miei anni da migrante, viaggiatrice provvisoria ed esploratrice incauta ho sentito più volte un senso di atavica appartenenza a odori, a sapori e suoni familiari. Eppure ad ogni ritorno quei suoni, quei colori li vivo come un noioso fastidio, una prigione del respiro che mi fa scappare di nuovo alla ricerca di altre identità in cui voglio riconoscermi, alla ricerca di infiniti modi e mondi da accettare senza comprendere, da inserire come nuovi ingredienti alla ricetta per un'identità che sento non sarà mai perfetta.
AMMarras
66. La nostra IDENTITA' è la parte più profonda di noi, l'ESSERE, la nostra vera ESSENZA, ciò che SIAMO!
Anche se molte volte ci sfugge, rimaniamo in contatto con la nostra IDENTITA', affinchè possiamo fare SCELTE COSCIENTI e CONSAPEVOLI in questo viaggio chiamato VITA.
Alessia Bertolini
67. La differenza è una buona cosa perchè ci apre all'universalità: bisogna osservare le differenze, diceva Rousseau, per scoprire le proprietà.
68. Condannare l'individuo a restare chiuso nella cultura dei suoi antenati presuppone che la cultura sia un codice immutabile, cosa empiricamente falsa: non è detto che tutti i cambiamenti siano buoni, ma ogni cultura viva cambia.
Tzvetan Todorov, L'uomo spaesato. I percorsi dell''appartenenza
69. Mi ritrovo nel limbo del migrante, solo e senza appartenenze, inadeguato qua e là, teso alla ricerca di una forma, di un limite corporeo che contenga la mia identità, e sempre più a rischio di frantumarmi in mille pezzettini. Non sono più argentino, se lo sono stato, e non sono ancora italiano, se mai lo sarò..
Miguel Angel Garcìa, Il maestro di tango e altri racconti
70. Cosa succede quando si acquisisce una prospettiva esteriore rispetto al contesto di origine e di arrivo; quando si fa esperienza dello spazio spalancato; quando si vive sul bilico della multiappartenenza e della non appartenenza? [....]
La migliore domanda non sarebbe tanto “chi sei?”, quanto “chi cercherai di essere?”, “chi sarai?”
Ron Kubati
71. "Una donna è la storia delle sue azioni e dei suoi pensieri, di cellule e neuroni, di ferite e di entusiasmi, di amori e disamori. Una donna è inevitabilmente la storia del suo ventre, dei semi che vi si fecondarono, o che non furono fecondati, o che smisero di esserlo, e del momento, irripetibile, in cui si trasforma in una dea. Una donna è la storia di piccolezze, banalità, incombenze quotidiane, è la somma del non detto. Una donna è sempre la storia di molti uomini. Una donna è la storia del suo paese, della sua gente. Ed è la storia delle sue radici e della sua origine, di tutte le donne che furono nutrite da altre che le precedettero affinché lei potesse nascere: una donna è la storia del suo sangue.
Ma è anche la storia di una coscienza e delle sue lotte interiori. Una donna è la storia di un'utopia."
Marcela Serrano, "Antigua, vita mia", Feltrinelli, "I Narratori", 2000, proposto da Carla Maistri
72. "Noi donne siamo nate - o siamo state educate così? - attente a tutto quello che accade agli altri, ma assai poco a ciò che ci riguarda in prima persona. Nel linguaggio del non detto, viviamo protese verso "l'altro finale": la maternità. I figli maschi non si accorgono di nulla, loro giocano a pallone; le femmine, invece, si preoccupano perché il viso della mamma è segnato dalla tristezza: da sempre sanno riconoscere le espressioni della tristezza."
Marcela Serrano, "Antigua, vita mia", Feltrinelli, "I Narratori", 2000, proposto da Carla Maistri
73. "Lascia che la bellezza dell'altro entri dentro di te".
Diana Osti
74
"D'improvviso si è alzato un forte vento che, vincendo ogni mia resistenza, mi ha sollevato in un vortice. Mi portava in alto lentamente, in larghi cerchi, oltre le nubi, verso oscure profondità, dove si spalancava, come un pozzo lucente, il volto bianco della luna. E io giravo e giravo precipitando in quell'abisso, fino allo stordimento, fino a non sapere più se ero nuvola, vento, margherita o stella".
da "La radura" di Marisa Madieri (Einaudi '92), proposto da Ornella D'Orazio
75. "Allora capì che la voce veniva dal pesce, lo aprì e ci trovò dentro un bambino piccolo, piccolo, ma ben fatto, coi piedi, le mani, la faccina, tutto proprio a posto, solo che dietro la schiena aveva due pinne, come i pesci.
- Chi sei?
Sono il bambino di mare.
E che vuoi da me?
- Se mi terrai con te ti porterò fortuna"
"Il pescatore di Cefalù" di Gianni Rodari , proposto da Ornella D'Orazio