Chiamato per lavoro nella capitale nordcoreana l'autore canadese trasforma il diario di quei due mesi di soggiorno in un vero reportage. Il suo disegno e semplici annotazioni quotidiane ricostruiscono l'immagine di una nazione sotto lo stretto controllo di un regime che l'ha impoverita ed isolata dal mondo. Basta la descrizione del rito a cui sono costretti i 'turisti' appena arrivati, l'omaggio alla gigantesca statua di Kim il-Sung, le continue limitazioni di movimento (mai senza guida!), gli ordini, i divieti, le paure e le ossessioni. "Fino a che punto si può influenzare il cervello di un individuo?"Un disegno essenziale, nelle varie tonalità del grigio, immerge in una avventura alla Orwell: non per niente “1984” è il libro che Delisle porta con sé e che inutilmente cerca di far leggere al suo interprete. Nel 2007, sempre per Fusi orari esce “Shenzen”, sguardo occidentale ad un mondo cinese assolutamente ignoto. Nasce in modo analogo, minimalista, ma risulta meno coinvolgente. La difficoltà di comunicare e di capire ne è la nota dominante.