In questo suo primo libro Eraldo Affinati, rievocando le opere di Lev Tolstoj, compie un viaggio dentro se stesso. Quando scrive del principe Andrej, indica un carattere umano con il quale confrontarsi. Se accenna a Dolocov, lo fa per contestare la figura dello spadaccino. Nel momento in cui racconta la vita di Levin e Pierre, definisce il concetto di esperienza integrale. Anna Karenina lo porta a distinguere fra cinque differenti gradi dell'amore. Nicola Rostov lo aiuta a comprendere l'individuo ordinario. Con una prospettiva disponibile a includere, nella medesima visione, la battaglia di Borodinò e i palmizi di Los Angeles, Affinati scopre il breviario della sua trama sentimentale. Ne scaturisce un'avventura, inconsueta nei modi e nelle forme, attraverso la letteratura moderna: Joseph Conrad, il colonnello Lawrence, Pierre Drieu La Rochelle, Andrej Platonov, Joseph Roth, Hugo von Hofmannsthal, Beppe Fenoglio, Miguel de Unamuno e altri ancora vanno così a comporre un'insospettata costellazione novecentesca, nel costante richiamo al maestro di Jasnaja Poljana.