Sala Affreschi della Biblioteca Comunale di Trento Via Roma, 55
Come concepire la cultura in una società che grandi movimenti migratori rendono sempre meno omogenea e compatta? Si può assistere al ritorno trionfale dell'idea colonialista del fardello dell'uomo bianco con le guerre che provoca? Cosa significa cultura progredita, cultura migliore, centro e periferia? Come si risolvono le questioni pratiche che affiorano quando norme e principi inconciliabili entrano in rotta di collisione? Dibattendo la questione del velo islamico in Francia, la condanna di Amina in Nigeria o le discussioni recenti sull'infibulazione soft proposta in Toscana, Giuseppe Mantovani propone alla discussione un concetto di intercultura come aiuto a vivere in un mondo in cui il locale è sempre più globale. Egli suggerisce un cammino che comincia dal decentramento del soggetto, passa per l'attenzione all'altro, si muove nello spazio in cui le persone, con le loro culture, si confrontano, si scontrano, negoziano, scambiano e cambiano. L'incontro, aperto al pubblico, fa parte del corso Dall'ascolto all'interazione, Volontariato in un contesto interculturale. Organizza a.t.a.s. Cultura con la collaborazione del Centro Servizi Volontariato e della Biblioteca Comunale di Trento. Giuseppe Mantovani è docente di Psicologia degli atteggiamenti alla Facoltà di Psicologia dell'Università di Padova e condirettore del Cirssi (Centro interdipartimentale di ricerca e servizi per gli studi interculturali) della stessa università. Tra i suoi lavori: "Comunicazione e identità" (1995), "Ergonomia" (a cura di, 2000), "Metodi qualitativi in psicologia" (curato con A. Spagnolli, 2003), "Intercultura. E' possibile evitare le guerre culturali?" (2004), usciti dal Mulino; "L'elefante invisibile. Percorsi di psicologia culturale" (Giunti, 1998) e "Exploring Borders. Understanding Culture and Psychology" (Routledge, 2000).