Tratto dal blog Mangialibri: Una stazione simile a tante altre, una donna che saluta. Qualcuno su un treno che probabilmente è già partito. “Uno ti dice buon viaggio quando ti vede andar via […] Ma quand’è che un viaggio è buono?”. Il viaggiatore sembra aver tutto: una valigia, una sciarpa, un ombrello e un ampio cappotto. La meta non è importante, a volte dove stai andando lo scopri solo strada facendo. Anche i compagni di viaggio possono essere tanti o nessuno, l’importante è stare bene. Il cielo può avere tanti colori: quello scuro di una città francese, il rosa di un tramonto col profilo di un faro, il nero di una notte stellata. Ci possono essere imprevisti e difficoltà. Ma in un buon viaggio anche ciò che non è pianificato in anticipo può essere un’occasione, per restare, per ripartire, per incontrare qualcuno di nuovo, per rimettere in discussione tutto quanto. Quanto durerà e quante tappe ci saranno non è sempre necessario saperlo all’inizio e forse nemmeno alla fine… [...] Pur proponendo degli spunti autenticamente poetici e delle immagini meravigliose, questo albo è soprattutto un libro d’occasione, perfetto per fantasticare, pianificare e condividere il viaggio e tutto ciò che lo precede.