Alcune decine di anni dopo aver girato Siamo italiani, Seiler rivisita la stessa comunita' italiana che aveva osservato negli anni sessanta per coglierne i cambiamenti.
“Che fine hanno fatto Marco, Carolina, Maria Assunta, Antonio e gli altri?"
Per la sua ricostruzione va a cercare tutti gli interpreti della prima pellicola, raccontando le nuove storie e i percorsi degli immigrati ormai anziani e delle loro famiglie.
"È stato molto difficile far dire agli immigrati della prima generazione anche solo una parola negativa sulla loro esperienza in Svizzera. Quando ricordano le condizioni in cui erano costretti a vivere, quarant’anni fa al loro arrivo in Svizzera, dicono che «era un alloggio con i topi», e poi ne ridono: e più di così non dicono. Soltanto uno degli intervistati arriva ad ammettere che «eravamo molto schiavi»: ma un suo concittadino mi ha confidato che è stato questo l’unico passaggio del film che non gli è piaciuto. Credo che qui emerga la capacità di ognuno di noi di dimenticare e di rimuovere. L’odierno benessere economico, raggiunto con il duro lavoro in Svizzera, ha rimosso tutte le difficoltà, le discriminazioni. L’unico senso di dolore che rimane è per la lontananza, un senso di nostalgia per la propria terra". (A.Seiler)
- ted./It. con sott. in it.