Allah non è mica obbligato si basa sul punto di vista di un bambino-soldato, Birahima, protagonista dei conflitti in Sierra Leone e Liberia. Il tono di denuncia, implicito nella scelta del protagonista, è smorzato (o accentuato?) dalla visione che un bambino può avere della guerra, della morte, della violenza e del sangue, che in questo caso diventano la sua normalità, il suo pane quotidiano. Il tono, a tratti scanzonato, a tratti dissacrante, di fatto sempre molto crudo, regge l’intero romanzo che descrive appunto, in prima persona, quello che vede e vive Birahima, che si trova coinvolto in efferati conflitti per puro caso.
Il titolo ritorna spesso nel romanzo, sottolineando il tono amaro di tutte le vicende: Allah non è mica obbligato a fare le cose giuste quaggiù, ad esempio, dice il bambino Birahima.
Un testo che, nel ricordare il dramma dei bambini soldato, punta il dito sulle molteplici cause dei conflitti in Africa, che vedono le loro radici più spesso fuori dall’Africa che al suo interno, come spesso Kourouma fa intendere.
Sono interessanti i commenti di tipo metalinguistico che costellano il testo, ossia i modi di dire ed i proverbi che l’autore cita e che spiega al lettore rivolgendosi direttamente a lui.
Il libro è stato presentato nella trasmissione radiofonica Cammei della Rai regionale del Trentino Alto-Adige il 24 aprile 2009, ore 16.00