Una originalissima riscrittura della fiaba di Cappuccetto Rosso, sia nei contenuti che nella veste grafica. Il grande merito di questa opera di Fabian Negrin, in questo caso nelle vesti sia di autore che di illustratore, sta nel mostrare il punto di vista di un personaggio che nella storia originale non ha troppa voce o che in ogni caso rappresenta il cattivo, il lupo. All'animale è dedicata la prima immagine della storia, in cui si presenta al lettore in prima persona e al quale, addirittura, indica il proprio nome: Adolfo. Fa una gran tenerezza questo lupo, che spiega che non mangia per cattiveria, ma per fame, (ecco uno splendido esempio di spiegazione delle azioni altrui, in una prospettiva diversa da quella solita) e che rimane senza parole dinanzi alla bellezza di questo animale che non ha mai visto, tutto rosso, che sta andando a trovare la nonna. Le storie di Negrin hanno talvolta uno sfondo amaro, dovuto anche all'inseguimento degli ideali a cui i personaggi mirano, la bellezza e la verità in nome delle quali anche Occhiopin, altro personaggio dell'illustratore argentino, si sacrifica, in un certo senso.
Una riscrittura di grande significato e valore, sia per la volontà di riprendere un classico e illustrarlo, in senso stretto e lato, in maniera inedita, sia per il messaggio che trasmette a grandi e piccoli, quella della pluralità delle visioni e dei punti di vista, tutti parimenti leciti, ma non immediatamente compresi.