È un’analisi dei pregiudizi che hanno accompagnato nei secoli la migrazione italiana, banchieri fiorentini e mercanti di Venezia, artisti e nobili come operai e lavoratori. Ambigui e infidi, accusati di machiavellismo, mafiosi e terroristi, gli italiani emigrano nel mondo portandosi incollata una cattiva fama che li colpisce non solo con epiteti ed ingiurie, difficoltà e veti, ma anche in modo più tragico
togliendo loro la vita. Il testo ricostruisce questi fatti e dà conto dell’immaginario che si
è venuto stratificando nella letteratura e poi anche nel cinema e nelle serie televisive.