Si tratta della tesi di dottorato dell’autore che ha avuto accesso a storiografia in italiano, ma anche sloveno, tedesco, croato e inglese, tenendo quindi presenti diversi punti di vista per una regione culturalmente molto variegata. Il testo illustra la storia dell'attuale confine orientale dell'Italia, a partire dallo scoppio della prima guerra mondiale fino al Trattato di Osimo del 1975, segue il succedersi di vere metamorfosi per i «cambiamenti di popolazione, migrazioni, espulsioni di massa, esodi, pulizie etniche o sociali, ma non solo: anche modifiche (imposte o volute) della propria identità da parte di chi restava.»
Molte le precisazioni innovative: dal numero degli esuli istriano dalmati, con cifre assai inferiori ai 350.000 sempre considerati, alla composizione etnica dell'esodo che coinvolge anche sloveni e non può quindi essere dichiarata come un plebiscito di italianità.