Una serie di racconti che ci rivelano l’Algeria dei morti, quelli della guerra di liberazione e quelli degli anni dell’indipendenza, maestri e uomini di cultura uccisi, città che suonano al maschile, impossibilità di sorridere in quella che un tempo fu la ‘Orano gioiosa’. Olivia torna da Parigi per la morte della zia che l’ha allevata dopo l’uccisione dei suoi, impegnati nella guerra contro i francesi. Il desiderio disperato di un marito di dimenticare nell’amore la morte che incombe ovunque ed il sogno d’amore della moglie, un volo dalla tragica fine, raccontato in uno scritto ad un’amica che non si vuole credere morta. La rievocazione di una tragedia della gelosia nella Baghdad delle Mille e una notte, rievocata da una giovane insegnante dei nostri funesti giorni. Il difficile rapporto di una francese con la figlia avuta da un algerino e che lei rivede dopo dieci anni.. Il monologo dei figli, soprattutto del primogenito, intorno alla madre in coma, una francese che ha tanto amato il marito algerino e la sua terra. E qui finalmente, su questo senso di morte continua ed incombente, esplode l’amore per la vita, per Orano la bella, per l’Algeria, per la possibilità di integrare culture diverse nel rispetto reciproco e con la forza dell’amore.