Un emiliano si trasferisce per lavoro a Tashkent, in Uzbekistan, dove insegna italiano presso l'università. E' un mondo completamente estraneo da cui ricava suggestioni e riflessioni sulla sua intera esistenza: lo straniamento e anche il dono dell'amore, la scoperta di paesaggi e condizioni umane, della realtà di paesi nati dal disfacimento dell'impero sovietico, il viaggio che serve a penetrare più a fondo all'interno di se stessi.Il testo si sviluppa in più parti: un diario sull'arrivo, le prime impressioni ed i primi contatti, storie ed aneddoti che consentono una maggior comprensione di questa grande città, la vita quotidiana in questa “ casa” così lontano da “casa”, un viaggio in una zona tormentata dalle frontiere.Risulta di interesse il quadro di insieme che viene lentamente ricostruito.