25 dicembre 1996: nel Canale di Sicilia 283 migranti muoiono mentre vengono trasferiti da una vecchia imbarcazione su un peschereccio che avrebbe dovuto portarli a terra. Vengono dall'India, dal Pakistan dallo Sri Lanka, i parenti li cercano disperatamente, ma nessuno se ne preoccupa, nemmeno i pescatori nelle cui reti restano impigliati i loro cadaveri.
"La prima stesura di questo racconto - trasfigurazione lirica di fatti realmente accaduti- ha forma teatrale e risale all'estate del 2001. Nasce subito dopo l'annuncio del ritrovamento della nave fantasma e degli annegati negati." Così scrive l'autore che avrà poi modo di nutrirsi di molto materiale successivo. In particolare del lavoro di Giovanni Maria Bellu, il giornalista che grazie alla testimonianza di un pescatore di Portopalo, Salvatore Lupo, attirò l'attenzione su questa tragedia negata da tutti e nel 2001 riuscì a filmare il relitto. Fu lui che pubblicò I fantasmi di Portopalo e portò sulle scene La nave fantasma con Renato Sarti e Bebo Storti.
IL DIRITTO DI MIGRARE
Ci hanno detto: clandestini,
indesiderati, migranti.
Ci hanno preso e incarcerato come furfanti.
Ma noi chiediamo: perché?
Quale colpa sta dentro alle nostre disperazioni?
Quale peccato ha sporcato le nostre speranze?
E vi chiediamo qui e ora:
a chi appartiene la terra che vogliamo calpestare
in pace?
A chi appartiene il mare?
Chi è il padrone dei nostri sogni
e del sudore della nostra fatica?
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