Un cenno agli italiani di Tunisia. Non ha pretese storiche: lo premette, molto c'è da indagare e approfondire sulle vicende che vedono per più secoli stanziamenti a volte consistenti di italiani in Tunisia. Questo semplice libriccino ha il fascino di aprire la finestra su eventi dimenticati, ignoti ai più. Gli ebrei sefarditi di Livorno che portano le loro professioni liberali presso il bey, i contadini e i pescatori siciliani che dissodano terreni, importano colture pregiate, costruiscono strade, edifici pubblici, strutture, sardi che lavorano nelle miniere dell'interno. Colonizzati non colonizzatori, persone emigrate per motivi religiosi o, più spesso, per campare, schiacciati dalla storia prima con la colonizzazione francese poi con il fascismo, infine, nel 1956, con l'indipendenza della Tunisia, costretti per lo più a lasciare la terra di nascita per la Francia o l'Italia. Strano destino che fece loro subire le conseguenze della decolonizzazione senza appartenere al mondo dei colonizzatori francesi. Storia anche delle istituzioni che a lungo hanno mantenuto in vita la cultura italiana in Africa e dei singolari métissages linguistici, ed anche gastronomici, che queste comunità hanno espresso nel tempo.