Tu sei qui

Storie

Percorsi autobiografici nel carcere di Sollicciano

Salve sono Melany e mi presento

di Katia Raspollini

EDOARDO

Oggetto di gran valore affettivo

Il completino per il mio battesimo, bianco con le strisce blu chiare. Ho deciso di parlare di questo oggetto perché è stato nella mia famiglia per tre generazioni; nel 1982, l’anno in cui sono nato è andato perso nel trasloco e mia nonna è andata fuori di testa perché per lei quel completino era veramente più prezioso di qualsiasi altra cosa che apparteneva alla mia famiglia. Oggi mi ricordo dell’accaduto perché la mia famiglia ha l’abitudine di narrare ogni singolo momento significativo del passato: mia nonna allora è partita alla ricerca del completino arrivando nella città in cui vivevamo prima e alla fine è riuscita a recuperarlo e a riportarlo indietro giusto in tempo per la cerimonia del mio battesimo. Ancora oggi ce l’ho con me perché mia nonna aveva la speranza che io lo regalassi ai miei figli, ma siccome non ho procreato (ancora) penso che resterà per un po’ nel mio armadio. E' incredibile pensare quanto un semplice oggetto possa portarti indietro nel tempo e farti rivivere momenti di gioia e felicità perché io credo che sono esattamente questo tipo di cose che ti fanno felice, sviluppando una memoria fatta di ricordi, quasi per un archivio personale. Visto poi il posto in cui mi trovo i miei ricordi mi fanno sentire un po’ meglio; mi ricorderò sempre di quanto sono stato amato e quanto lo sono tutt’ora dalla mia famiglia. Potrei citare mille oggetti, ma solo questo è stato nella mia famiglia per più di 50 anni, custodito con amore e affetto. “Il bello della vita è ricordarsi delle cose belle che hai vissuto piuttosto che non avere niente da rammentare”.

I testi raccolti in questo volume, "Salve, sono Melany e mi presento", sono frutto del percorso di scrittura autobiografica che ho tenuto all’interno della sezione transex della casa circondariale di Sollicciano nel periodo intercorso fra maggio 2015 e settembre 2016. Il percorso “Pensieri e Parole” è stato svolto nella forma del laboratorio di scrittura ed è stato presentato dall’Associazione Il Muretto all’interno del progetto Laboratori al Fresco; il laboratorio ha coinvolto alcune detenute inserite nella sezione transex con l’obiettivo di creare un contesto favorevole all’espressione di sé attraverso la scrittura nella forma del racconto autobiografico. Il percorso è stato integrato con l’utilizzo di drammatizzazioni e attività didattiche mediate dall’ascolto di canzoni scelte dai partecipanti.

L’articolazione del laboratorio è costituita da quattro fasi cosi definite:
1. il mio primo nome ed il mio secondo nome,
2. la mia canzone da altre canzoni,
3. l’oggetto e il simbolo,
4. il mio viso racconta, il mio corpo racconta.

La scelta di costruire il percorso in questa modalità nasce dalla specificità della tipologia di utenza: la narrazione ha intrecciato la riflessione sul proprio genere e sulle caratteristiche del proprio processo di cambiamento. Le storie che ho avuto il privilegio di ascoltare vorrei che trovassero spazio oltre il luogo in cui per la prima volta sono state raccontate: sono storie di vita, di resistenza, di sofferenza, di amore e di odio ma soprattutto di volontà di riscatto e affermazione.

Il volume è dedicato a Melany che con delicatezza e sensibilità ha condiviso i suoi pensieri ed emozioni, che ci ha stupito ed emozionato. Melany si è tolta la vita nel luglio scorso, all’interno di una cella di transito, dopo aver già tentato il suicidio a dicembre 2015.

Le immagini e il flusso vorace delle parole sono dedicate ad Edoardo che come un’apparizione ci ha incantato per la sua acutezza. Edoardo è stato trasferito nel carcere di Udine poco prima della fine del laboratorio.

Le storie nel loro complesso sono dedicate ad Adriana che con forza ed entusiasmo ci ha regalato passione e amore per la vita e per Francesco. Adriana è uscita dal carcere la scorsa estate.

L’ironia e la trasgressione sono dedicate a Pamela che ci ha fatto ridere e riflettere giocando con i suoi capelli biondi. Pamela lavora in carcere.

La forza, la debolezza, la cattiveria e l’amicizia sono dedicate a Desdemona che con precisione e ferocia si è descritta e analizzata. Desdemona lavora in carcere e collabora con l’associazione Pantagruel.

Le visioni, le immagini caricate e la realtà sono dedicate a Mary che non si è mai nascosta fino a che le è stato possibile. Mary ha cominciato ad avere problemi di salute e ha smesso di partecipare al laboratorio.

La gioventù e il sogno sono dedicate a Rebecca che come un viandante ci ha donato alcuni suoi pensieri.