Il romanzo d'esordio dello scrittore tunisino, scritto nel 2011 e tradotto in Italia nel 2014, ha il merito di arricchire con un contributo originale la oramai abbastanza vasta bibliografia sul tema degli attraversamenti del Mediterraneo in direzione della piccola isola siciliana. L'aspetto interessante e innovativo di questo testo sta nel genere entro il quale si può collocare, la fantascienza o il fantastico, inclusivo anche, perlomeno nella prima parte, di un mistero da svelare. Il dottor Mensi, un sismologo tunisino, riceve da un anziano suo connazionale un antico volume che tratta di alchimia, che consta di due tomi, uno dei quali, il primo, si trova da qualche parte in Francia poiché è stato donato dal padre del vecchio a un luogotenente dell'armata francese di nome Zénon. Il vecchio aggiunge che il ritrovamento del primo tomo avrebbe effetti inimmaginabili, che scatenano la curiosità del protagonista-io narrante e che si mette dunque subito alla ricerca del primo tomo.
Le storie dei personaggi che compaiono sin dalle prime pagine del testo si nutrono di riferimenti al passato coloniale francese nonché al regime tunisino (è bene ricordare che questo romanzo è stato pubblicato all'alba della cosiddetta Primavera araba) rendendo ulteriormente articolato il genere letterario del testo: nella sua prima parte infatti non concede nulla al fantastico, ma, anzi, permette di cogliere dei riferimenti storici di contesto. Con lo scioglimento del mistero legato ai due tomi la narrazione prende il volo verso orizzonti utopici, in quanto nel suo centro di ricerca tunisino il sismologo inizia a riscontrare segnali anomali, che dimostrano come l'Africa si stia muovendo verso l'Europa. I due continenti, questo il dato, stanno per riunirsi, con le conseguenze di allarme - sul piano politico - che si possono facilmente immaginare. Da questa altezza in poi, il testo racconta l'unione di queste terre, le speranze da una parte e lo scompiglio e la paura dall'altra, prendendosi gioco di tutto quello che è muro, frontiera, legge.
La forte carica surreale apre a squarci ideali che permettono di sognare - almeno per un momento lungo quanto le pagine di un libro - un'altra realtà, in cui le persone non muoiono più per inseguire la speranza di una vita migliore. Si tratta di un romanzo che apre a molti interrogativi, aiutando a riflettere su uno dei drammi della contemporaneità da una prospettiva inedita non segnata dalla morte e dalle stragi. Charfi osa, con queste sue pagine, pensare l'impensabile, evidenziando uno dei pregi della letteratura, ossia quella di farci immaginare mondi di utopia.