Il titolo è volutamente provocatorio. La Somalia non è nei Caraibi, anche se la gente ne sa poco, e queste non sono le memorie di un pastore somalo. È la storia del figlio di una nazione di pastori che il padre sottrae ad un futuro predeterminato portandolo a otto anni da uno zio a Mogadiscio per farlo studiare. Laureato in medicina in Italia avrà un ruolo importante nel periodo entusiasmante e felice in cui si gettano le basi di uno stato somalo indipendente, fino a quando non viene perseguitato per le sue idee politiche. Arrivato in Italia per curarsi, sarà costretto dallo scoppio della guerra civile a restarvi, insieme somalo e italiano per il resto della sua vita.
Il testo ripercorre la sua storia personale e quella della Somalia dagli anni del dopoguerra fino ai giorni nostri. Dato il ruolo di protagonista della vita pubblica di Aden sono molte e preziose le riflessioni e le informazioni che il testo fornisce, sull'evoluzione della storia contemporanea somala e sui suoi rapporti con l'Italia. La fine dell'esperienza coloniale ed il ritorno delle stesse persone dell'epoca fascista con i dieci anni di amministrazione fiduciaria, il debole avvio della democrazia, l'avvento della dittatura di Siad Barre e la sua sanguinosa caduta, i signori della guerra, i tentativi di riconciliazione, il particolare ruolo dei clan e dell'Islam, le Corti islamiche e i pirati dell'Oceano Indiano.
Dobbiamo all'impegno del curatore e vecchio amico di Aden, Pietro Petrucci, la traduzione in volume di memorie che possono farci capire molto, della Somalia, della storia italiana, dell'immigrazione.
Gli italiani e le loro ex colonie, pag. 40 sg
“Era stupefacente constatare come la colonizzazione italiana in Africa, fenomeno storico che aveva dominato per un secolo la vita del nostro paese cambiandone la storia, fosse sconosciuta agli italiani.”
“Mi colpì già allora quanto l'Africa e gli africani fossero per l'italiano medio un mondo remoto e indecifrabile, fatto salvo qualche stereotipo sul 'continente nero'.”