Il testo curato da Raffale Taddeo rappresenta qualcosa di più di un’antologia, nel senso che non si limita a raccogliere una serie di passi, che sia prosa o poesia, selezionati all’interno della ormai grande produzione di testi scritti dagli immigrati in Italia.
Rappresenta qualcosa di più di un’antologia perché prima di entrare nel vivo della materia letteraria offre una serie di capitoli introduttivi sul fenomeno sociale dell’immigrazione. E dunque troviamo un primo capitolo dal titolo “Caratteristiche dell’immigrazione” ed un secondo “Una analisi della legislazione in Italia sulla immigrazione”; gli altri “Immigrazione in Italia e produzione letteraria”, “Un problema: quale nome?” e “Mappa della produzione della Letteratura nascente” entrano più nel vivo delle poetiche e aprono poi ai testi degli autori.
Il pregio dei primi due saggi sta nell’equilibrio ed oggettività con cui trattano un tema comunque complesso e sfaccettato, oggetto di molteplici e diversificate letture L’obiezione potrebbe sorgere dinanzi ad una scelta come quella di introdurre capitoli che con un testo letterario non hanno molto in comune: tuttavia questi inserimenti non hanno la pretesa di esaustività, ma offrono degli spunti che sarà compito di altri testi approfondire, a discrezione del lettore. È condivisibile, a parere di chi scrive, l’idea che soggiace ad una scelta simile, ossia il presentare l’immigrazione come un fenomeno sfaccettato, caratterizzato da molteplici aspetti tutti in collegamento tra loro e soprattutto interdipendenti; chi si occupa di tale letteratura non può ignorare le altre sfere che concernono l’immigrazione, perché questo impedirebbe, oltre che di avere una visione completa e globale del fenomeno, anche di comprenderne la produzione artistica, che non prescinde dalla realtà sociale in cui prende forma e che, in modi diversi, la riproduce, la commenta, la descrive.
È interessante il fatto che sia un’antologia letteraria – che per questo definirei sui generis – a offrire gli spunti per andare oltre e cercare di capire un po’di più, dimostrando che i diversi ambiti disciplinari non sono dei ghetti ma dei vasi comunicanti.
Ancora una volta, la letteratura è diventata lo spunto per riflettere su questioni che vanno oltre e che rappresentano contemporaneamente la linfa da cui essa stessa nasce.