È l'estate del 1969. Sara ha diciassette anni, è nata nella Libia postbellica, in una multietnica Tripoli dove italiani, inglesi, francesi, americani, ebrei, cristiani, musulmani vivono fianco a fianco.
Ha superato gli esami di maturità al liceo scientifico italiano e sta finalmente iniziando ad affrancarsi da una famiglia dominata da tre donne, più esattamente tre «primedonne»: una nonna dal passato burrascoso e ancora piena di energia, una madre implacabile e ben poco affettuosa, una zia di pochi anni più grande ma, al contrario della nipote, svenevole e in crisi isterica permanente.
A differenza della sua famiglia, Sara freme dal desiderio di crescere, di sapere, di capire.
Costretta a passare le vacanze in interminabili giornate sulle sabbie roventi del detestato Beach Club, poco incline a socializzare con le ricche e annoiate connazionali che frequentano il lussuoso ambiente, l'unico passatempo per la ragazza è farsi beffe del mondo che la circonda e rifugiarsi nella lettura e nell'immaginazione. Finché un giorno qualsiasi, come in uno dei suoi sogni, Sefrem, un giovane, affascinante arabo, cattura il suo sguardo.
Sara intraprende, in quella fatidica estate del 1969, un tormentato percorso di educazione sentimentale, un percorso bruscamente interrotto il 1° settembre di quello stesso anno dal colpo di stato del colonnello Gheddafi.