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Migrazione: corsa a ostacoli verso l'Europa

Il rapporto di Medici Senza Frontiere fotografa l’impatto umanitario della risposta europea

Migrazione: corsa a ostacoli verso l'Europa

Questa la migrazione in Europa per numeri e genere:

- 1.008.616 è il numero di persone stimate fuggite in Europa tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2015

- l’84% proviene da paesi con alto numero di rifugiati, di cui 49% Siria, 21% Afghanistan e 9% Iraq

- il 17% sono donne e il 25% bambini sotto i 18 anni

Tra il 1 gennaio e il 15 dicembre 2015, le equipe di MSF hanno effettuato circa 100.000 visite mediche a rifugiati e migranti – sulle navi nel Mediterraneo, in Italia, Grecia e Balcani. Tra maggio e dicembre, MSF ha soccorso e assistito 23.747 persone in mare. La maggior parte delle patologie riscontrate potevano essere facilmente prevenute se gli stati europei avessero garantito un passaggio sicuro e un sistema di accoglienza adeguato. Il 2015 è stato l’anno con la più alta mortalità nel Mediterraneo: almeno 3.771 persone sono morte nel tentativo di raggiungere L’Europa. Non mostrando alcuna volontà politica di offrire alternative legali e sicure alla drammatica trasversata del mare, l’UE e i governi europei hanno di fatto spinto oltre un milione di persone nelle mani di trafficanti e su barconi sovraffollati diretti in Europa. Per il 2016, MSF chiede all’Europa e agli stati membri di garantire un passaggio sicuro attraverso: - La creazione tempestiva di canali legali e sicuri per i richiedenti asilo: in particolare, consentire alle persone di chiedere asilo alle frontiere di terra (compresa quella di Evros tra la Turchia e la Grecia) e favorire un più ampio utilizzo di opzioni e procedure esistenti, come la riunificazione familiare, i visti umanitari, reinsediamenti e ricollocamenti. - La creazione di percorsi di migrazione legali per diminuire la necessità di migrazioni irregolari e pericolose e di affidarsi a reti di trafficanti. - Un meccanismo ambizioso di ricerca e soccorso per salvare vite in mare, da implementare il più vicino possibile alle coste di partenza e con punti di sbarco predefiniti in cui vengano garantite condizioni di disimbarco umane, assistenza medica e valutazione delle vulnerabilità. - Investimenti nell’accoglienza secondo gli standard UE invece che in misure deterrenti. L’Europa deve prendere le distanze da un approccio "difensivo" e passare a un approccio di accoglienza per rispondere ai bisogni e alle vulnerabilità specifiche delle persone in arrivo. - In assenza di un sistema di asilo europeo comune e funzionante, schemi più ambiziosi di ricollocamento in Europa e la creazione di un passaggio sicuro attraverso l’Europa. - L’assoluta eliminazione degli atti di violenza e degli abusi da parte delle autorità statali.

http://www.medicisenzafrontiere.it/notizie/comunicato-stampa/migrazione-...