di Manuel Beozzo
Eichstätt è una tranquilla cittadina universitaria a metà strada tra Monaco e Norimberga. La sua particolarità è data proprio dalla presenza dell’Università o, per meglio dire, dal numero dei suoi studenti: circa il 30 per cento della popolazione. Una presenza così importante significa per gli studenti potere avere un grosso ruolo nella società civile locale.
Di recente questa cittadina è stata interessata da un fenomeno umano di grande attualità.
Nel 2012, visto il flop delle scelte politico-amministrative di ammassare rifugiati e richiedenti asilo in anonimi e isolati centri di accoglienza, il governo bavarese ha intrapreso una nuova via per gestire più dignitosamente l’esistenza di queste persone. Ciò è consistito nell’ alloggiare piccoli gruppi in più località medio-piccole; anche questa scelta non è certo stata priva di difficoltà e critiche, ma ha certamente reso più facile il contatto tra popolazione locale e nuovi arrivati.
Poco dopo l’arrivo ad Eichstätt del primo gruppo di rifugiati, è nata, su proposta di un gruppo di studenti universitari, l’idea di dare loro un aiuto concreto e immediato. Nel 2012 nasce così un’iniziativa chiamata Tun-Starthilfe für Flüchtlinge (www.tun-starthilfe.de, www.facebook.com/tun.starthilfe), nome che richiama proprio lo scopo: fare qualcosa per dare un primo aiuto a rifugiati e richiedenti asilo. L’iniziativa Tun è fin da subito sostenuta da molti studenti e studentesse che investono il proprio tempo, ovviamente come volontari, per offrire vari tipi di sostegno: corsi di lingua, attività culturali e sportive ma anche sostegno linguistico per recarsi dal medico, in farmacia, per fare la spesa o per svolgere pratiche amministrative, o ancora per avere un accesso internet (fondamentale per comunicare con i propri cari) o dare informazioni sulle leggi riguardanti l’asilo.
L’iniziativa è stata vista di buon occhio anche dalla stessa Università che, su proposta del gruppo Tun, dal 2013 ha messo in atto un corso, con tanto di CFU - crediti formativi universitari, sul tema immigrazione e asilo. Alla parte puramente teorica - e questo forse è l’aspetto più innovativo - agli studenti viene chiesto di affiancare un monte ore di attività pratiche con lo scopo di toccare con mano i soggetti dei temi trattati in classe. Il gruppo Tun gestisce il contatto tra studenti e rifugiati e le attività proposte consistono, come già sopra elencato, nel dare aiuto e sostegno ai rifugiati presenti in città. Visto da un'altra prospettiva, gli studenti di Eichstätt possono ottenere dei crediti utili al raggiungimento della laurea aiutando i rifugiati e frequentando un corso universitario su immigrazione e asilo.
La cosa interessante, emersa a seguito di questo innovativo esperimento, è che gli studenti tendono a passare con i rifugiati molto più tempo di quello formalmente previsto per la parte pratica del corso.
La voglia di prendere parte al corso (teorico e pratico) non è quindi il mero ottenimento dei cosiddetti CFU, ma molto di più lo stimolo ad aiutare chi ne ha bisogno, non rinunciando ai propri compiti di studente universitario. Attraverso gli studenti, i rifugiati hanno un canale preferenziale verso la popolazione della cittadina, favorendo così il reciproco conoscersi e l’allontanamento di infondati timori da parte di entrambi i gruppi. Il corso, vista l’alta e attiva partecipazione, continua, dal 2013 fino ad oggi, ad essere riproposto ad ogni semestre; segno questo di forte interesse per il tema ma anche di una attiva volontà da parte degli studenti di dare il proprio contributo alla cittadina che li accoglie.
Sulla positiva esperienza di aiuto ai rifugiati, che tutt’ora sta caratterizzando la cittadina di Eichstätt, è stato girato un breve documentario, in tedesco, dal titolo “Unter unserem Himmel” (“Sotto il nostro cielo”): www.br.de/fernsehen/bayerisches-fernsehen/sendungen/unter-unserem-himmel/eichstaett-seine-fluechtlinge-dokumentation-100.html