Nuove "Onde" sono arrivate. OndeG2 è uno spazio radiofonico ideato e realizzato dalla Rete G2 in collaborazione con Radiopopolare. Questo video è un mix d' interviste passate, commenti divertenti, voci dal backstage, riflessioni sulle seconde generazioni e tutti i temi che abbiamo trattato, il tutto accompagnato da immagini fisse prese da diversi momenti di redazione e non solo.
I figli degli immigrati hanno voglia di urlare. Questo video raccoglie le urla di sfogo e di rabbia di alcuni figli di immigrati nati o cresciuti in Italia che chiedono che il Paese si renda conto della loro esistenza e dei loro bisogni. Chiedono di avere la cittadinanza italiana per avere le stesse opportunità dei loro coetanei.
https://www.youtube.com/watch?v=bu7uUGBntVs
Video documentario montato con stralci delle prime riunioni della rete G2, traccia con ironia la nascita informale della rete G2. Evidenziando questioni e riflessioni comuni ai figli dell'immigrazione.
Girato nel deserto del Sahara, in Niger, in collaborazione con Stefano Liberti e Ferruccio Pastore, il film documenta le difficoltà dei viaggi nel deserto e raccoglie le testimonianze dei migranti stagionali arrestati in Libia e abbandonati alla frontiera nigerina. Il regista ci trasporta al di là del Mediterraneo, raccontandoci la faccia nascosta di un’emigrazione di cui noi vediamo solo la tappa finale: lo sbarco nell’isola di Lampedusa. Ma chi sono questi migranti? Da dove vengono? Perché emigrano? A queste e a tante altre domande, il documentario tenta di dare una risposta, ma soprattutto di mostrarci e di farci percepire il vissuto di questi tanti cittadini africani in fuga dai loro paesi per scelta, per disperazione o anche per desiderio di conoscenza.
Le indagini condotte e le interviste hanno dato vita anche ad un libro del giornalista Stefano Liberti: “A sud di Lampedusa.Cinque anni di viaggi sulle rotte dei migranti”, uscito nell' aprile 2008 per minimum fax.
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Una compagnia teatrale di Rabat viaggia fino al sud del paese per portare un messaggio di libertà per le donne, mettendo in scena un lavoro teatrale che spiega gli effetti dell'applicazione del nuovo codice di famiglia voluto dal re Mohamed VI. La Mudawana, approvata dalla maggioranza del parlamento marocchino, concede più potere alle donne, regola il divorzio e rende difficile la poligamia, eleva a diciotto anni l'età legale per il matrimonio, punisce per legge le molestie sessuali.
Le tradizioni sono però dure da cambiare, 'si è sempre fatto così' è la frase ricorrente per le donne stesse. Il lavoro di informazione e di conoscenza passa attraverso la messa in scena di situazioni così come sono vissute dalle interessate e così come potrebbero essere in base alle nuove disposizioni legislative.
In arabo, sottotitolato in catalano, spagnolo, francese, inglese, italiano
Luis Beltrán, Rio Negro, Patagonia Argentina: la cinepresa ruota lentamente lungo tutta la linea dell'orizzonte nel tentativo di trasmettere il senso di quella immensità che si trova di fronte. La luce, il vento, la piccolezza dell'uomo, i campi di girasole e di mais a perdita d'occhio ben la trasmettono, poi, in questo ambiente austero, germinano le storie. “Ci penso sempre e non so cosa deve essere stato quello sradicamento per mio padre, arrivare da Bergamo fin qui, dove non c'era assolutamente niente. “
Il Circulo Italiano è il ritrovo, dove si ricorda l’origine della propria famiglia, scrivendo il nome proprio e quello del paese sulle pareti, dove sono state dipinte gigantesche regioni italiane. Molti vengono dall'Italia, partiti dopo la guerra, quando non c'era lavoro e le aziende più importanti invece lavoravano qui, come la Saipen che vi ha costruito importanti opere idrauliche. Oppure erano i più grandi di molti figli ed a soli 17 anni avevano il dovere di andarsene e scaricare dalla famiglia l'obbligo del loro mantenimento. Altri invece sono arrivati in Patagonia per migrazioni interne, da Buenos Aires, lasciando il lavoro edile per costruire invece con orgoglio un frutteto come non ce n'è altri, cercando un clima più salubre per il figlio malato, un posto tranquillo per non imbarbarirsi in una città divenuta pericolosa.
Vivono in una pace inimmaginabile, con ritmi lenti accuratamente radiografati, si dedicano alla passione del teatro o alla raccolta di resti e ricordi per un piccolo museo, pescano e si scambiano ricette. Si lamentano delle formiche e delle carpe, e peccato che ci siano le zanzare. Non è un luogo fuori del mondo, ci si viene perché la Patagonia è di moda, per fare grandi investimenti in terreni e colture intensive. Oppure per cercare un "lugar en el mundo", il proprio luogo, la 'casa', quella sognata e che si può raccontare stanza per stanza anche se i disastri economici dell'Argentina ne hanno allontanato il sogno.
Pura poesia, luce limpida di paesaggi e di natura in cui si svolge con ritmi antichi la vita di due vecchi, soli, malati. La loro cultura espressa nei gesti sapienti del lavoro, nelle tradizioni antiche e pagane (le maschere), nelle canzoni a sfondo storico o d'amore, nelle storie bibliche (Davide e Golia, Noè). Corre sotterraneo un fiume: la solitudine, la separazione da persone, più giovani e amate. Sono le lettere della donna che informano sui minuti eventi e chiedono risposte che non arrivano, creano l'atmosfera dolorosa della lontananza.
Lab80 film
Amine è un giovane scomparso nel 1997 durante la guerra civile in Algeria, da allora la madre Nassera Dutour lo cerca, vuole sapere cosa gli è successo, ne chiede conto alle autorità. Dedica la sua vita a creare il collettivo delle famiglie degli scomparsi, lotta per conoscere la verità e cercare giustizia.
Meno note delle mamme e nonne di Plaza de Mayo, sono anche in questo caso per lo più donne quelle che si riuniscono sistematicamente in una piazza di Algeri, manifestano a Parigi e Ginevra. L'intenso documentario di Alberto Bougleux testimonia questa lotta che ancora non ha fine, ma che è riuscita ad accendere i riflettori su quelle persone portate via nella notte da polizia o esercito e poi scomparse nel nulla. È stata istituita una commissione per appurare la realtà, non dà però ai parenti le risposte che chiedono, riconosce che lo stato è 'responsabile ma non colpevole'.
Nel 2005 il presidente Abdelaziz Bouteflika, ancor oggi alla guida dell’Algeria per un terzo mandato fino al 2013, presenta un documento di riconciliazione. Vi si chiede di dimenticare in cambio di denaro e si accusa chi si ostina a domandare giustizia di gettare fango sulla nazione, prevedendo anche multe e carcere. Vecchio vizio di incolpare chi evidenzia il crimine e non i criminali, ma sulla spinta di questi familiari che chiedono almeno una sepoltura per i propri cari, la realtà è emersa e sono fonti ufficiali quelle che ammettono 6.146 casi di sparizioni negli ultimi quindici anni. 'Solo' danni collaterali di una guerra civile che ha visto 200.000 morti.
Questo film è il diario della genesi della ormai famosa Orchestra di Piazza Vittorio, band nata da un'iniziativa di Mario Tronco, il tastierista degli Avion Travel, e Agostino Ferrente, che, nel quartiere di Roma dove gli italiani sono "minoranza etnica"... hanno riunito un gruppo di musicisti che vengono da tante parti il mondo.
Dai vicoli della Medina di Fez ai vicoli di Genova: quattro fratelli raccontano il loro processo di integrazione in Italia. Figli di uno dei primi immigrati marocchini che negli anni ’70, ignaro di distanze e costi di un paese sconosciuto, spese tutti i suoi risparmi per pagare un taxi che lo portasse da Roma a Genova. Ma la storia di Lahcen Khay è destinata a rappresentare anche il coronamento di un sogno che accomuna tutti gli emigranti: negli anni trascorsi a Genova è riuscito ad aprire un’attività commerciale e a crearsi una famiglia, così che alla fine degli anni ’90 ha deciso di ritornare nel suo paese da uomo “ricco”. A Fez, in Marocco, Lahcen apre il Cafè Genova, simbolo di un sentimento nostalgico e di un attaccamento alla realtà italiana.
DVD, distribuzione Documè film.