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Sacco e Vanzetti

Regia: 
Giuliano Montaldo
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
1971
Durata: 
111
Locandina: 
Sinossi: 

La storia del calzolaio Nicola Sacco e del pescivendolo Bartolomeo Vanzetti, immigrati negli USA e anarchici, che furono incriminati per rapina e omicidio e condannati a morte innocenti nel 1921 e giustiziati il 23 agosto 1927. I due anarchici italiani rivivono sullo schermo nella commossa e commovente interpretazione di Cucciolla e Volonté (premiato a Cannes) nel quadro di un film all'insegna dell'efficacia narrativa, oratorio senza enfasi, un po' ripetitivo, in stabile equilibrio tra informazione e denuncia. Scritto dal regista con Fabrizio Onofri e Ottavio Jemma con un occhio al cinema hollywoodiano giudiziario e di denuncia, rimpolpato con le esperienze del cinema politico europeo. Musiche di Ennio Morricone e Joan Baez.

CHI HA PAURA DELL’UOMO NERO? persone, libri, numeri

La paura dello straniero genera razzismo e viceversa, induce paranoia e malattie. L’associazione il Gioco degli Specchi propone la conoscenza dei fatti per distinguere razionalmente pericoli reali da pericoli immaginari e l’approfondimento della letteratura della migrazione per conoscere cosa pensano e come vivono i migranti. Oltre a ciò è indispensabile riflettere sul ruolo che i media svolgono nel veicolare determinate visioni della realtà. Completano la puntata alcuni brani di Pap Khouma e le riflessioni del giornalista Andrea Cagol. 

CHI HA PAURA DELL’UOMO NERO? persone, libri, numeri

Puntata numero 12: Gli italiani hanno paura degli islamici, degli arabi, visti come un tutt'uno tra loro e sempre come fondamentalisti/terroristi. Gli stranieri temono di essere confusi nella riprovazione/disprezzo per un gruppo etnico, religioso, senza attenzione alla loro persona, oppure di essere accomunati ad una popolazione con cui talvolta sono da secoli in conflitto. L'imam Aboulkheir Breigheche ci aiuterà a sfatare alcuni luoghi comuni e approfondirà alcune questioni. 

 

 

CHI HA PAURA DELL’UOMO NERO? persone, libri, numeri

Puntata numero 11: Lo straniero ha paura di non capire/di non essere capito. Quali sono i maggiori ostacoli derivanti dalla non padronanza della lingua del contesto in cui si approda? Quali sono le paure ed i timori dei bambini stranieri che frequentano le scuole italiane? Oltre ad alcune letture sul tema, ci porterà la sua testimonianza una mediatrice culturale delle scuole elementari di Trento. 

 

 

CHI HA PAURA DELL’UOMO NERO? persone, libri, numeri

Puntata numero 10: Gli italiani hanno paura che stranieri occupino spazi della città per attività criminali: ad esempio piazza Dante. Quali sono le paure reali dei cittadini, quali quelle indotte? Quanto c’è di vero nell’associare un luogo ad una pratica criminale? 

 

 

CHI HA PAURA DELL’UOMO NERO? persone, libri, numeri

Nona puntata. Gli italiani hanno paura dei clandestini percepiti come criminali e comunque colpevoli di un reato secondo la legislazione italiana attuale. Gli immigrati clandestini hanno paura di essere trattati come criminali, rinchiusi per lunghi mesi nei CIE ed espulsi. Quasi quotidianamente, con il forte contributo della stampa e dei tg nostrani, veniamo tempestati di notizie mistificatorie o che tendono a rafforzare la presunta correlazione tra clandestini e criminali. Ne discutiamo con Francesco Pea, esponente dell’associazione LIMEN di Trento.

La nave dolce

Regia: 
Daniele Vicari
Paese di produzione: 
Italia Albania
Anno: 
2012
Durata: 
90
Locandina: 
Sinossi: 

Fu il primo grande sbarco di stranieri in Italia. Non profughi o migranti, ma esseri umani in cerca di un futuro migliore o curiosi di una terra divisa da un breve braccio di mare dalla loro. È la vicenda della nave Vlora, arrivata a Bari l’8 agosto 1991, raccontata da Daniele Vicari nell’ottimo documentario “La nave dolce”. Un film costruito intervistando al giorno d’oggi alcuni dei protagonisti di quelle giornate e con tanti materiali d’archivio, soprattutto riprese dei cameraman delle tv locali pugliesi. Quelli furono pochi giorni che segnarono la fine dell’età dell’innocenza del nostro Paese per ciò che riguarda l’immigrazione. Non era il primo sbarco massiccio di stranieri e c’erano già stati parecchi viaggi della speranza finiti male, per terra o nelle acque del Mediterraneo. In quelle giornate d’agosto avvennero però fatti nuovi. L’Italia si trovò impreparata e divisa tra l’accoglienza (del Comune di Bari, di molti cittadini) e la durezza (stringe lo stomaco e fa vergognare il comportamento del Presidente Cossiga in visita in Puglia). Alla fine, dopo giornate di passione, di sofferenze, sogni andati in fumo, scorribande di criminali, fughe rocambolesche, gran parte di coloro che avevano tentato l’avventura in Italia furono rimpatriati con la forza.
Vicari parte dal mercantile che attraccò a Durazzo carico di zucchero proveniente da Cuba e che venne assaltato dalla folla. L’imbarcazione stipata all’inverosimile, senza cibo e senza acqua, fu costretta a prendere il largo verso l’Italia, per approdare, con il motore principale in avaria, al porto di Bari. Seguono le scene rimaste nell’immaginario per le foto (anche di Luca Turi, tra i testimoni del film) e le immagini di persone che si buttavano dai parapetti. Riuniti sul molo, i circa 20.000 albanesi (un numero preciso non esiste) furono trasferiti (chi non riuscì a scappare e far perdere le proprie tracce) nello stadio San Nicola e là rinchiusi in uno stato d’emergenza.
Vicari alterna le immagini di allora alle interviste al giorno d’oggi, utilizzando l’accorgimento di filmare tutti davanti a uno sfondo bianco e non spiegare chi siano: la loro storia e il loro ruolo allora emerge dal racconto, che si tratti di un ragazzino albanese, di un assessore comunale o di un ispettore di polizia. Tra loro spiccano Kledi Kadiu, allora giovane studente di danza e ora volto noto della televisione che fu rimpatriato e riuscì a tornare in Italia pochi anni più tardi, e il regista Robert Budina.
Un film che racconta della transizione dell’Albania ma anche molto dell’Italia: fa sorridere, commuovere e indignare. Il regista collega quei fatti all’oggi ma senza inutili moralismi e sottolineature. Un documentario forte, solido, avvincente e da vedere, che ci aiuta a rimettere insieme tasselli di memoria e riflettere su chi siamo e come ci poniamo rispetto agli stranieri che arrivano.
Da http://www.balcanicaucaso.org/aree/Albania/La-nave-dolce-125872

I confini dell'ombra. In terra d'oltremare

Editore: 
Morcelliana
Anno: 
2006
Luogo di edizione: 
Brescia

Presentazione: 

1911-1964. I romanzi e racconti raccolti in questa poderosa opera sono ambientati in Cirenaica, la provincia orientale della Libia, dal 1911 – quando quella terra era una trascurata provincia dell’impero ottomano – al 1964 – allorché le scoperte di ricchi giacimenti petroliferi alterarono radicalmente la vita del paese.

Per chi crescono le rose

Editore: 
Uroboros
Anno: 
2010
Luogo di edizione: 
Milano

Presentazione: 

Autunno 1989. Una piccola cittadina della Moldavia sta vivendo i suoi ultimi mesi sotto il regime comunista. Catalin, un giovane insegnante logorato da lunghe lotte politiche sotterranee e amori sbagliati, taglia i ponti con il suo passato da dissidente e decide di stabilirsi in una tranquilla cittadina di provincia. Ma la vita lo porta di nuovo su binari sconosciuti e imprevisti.
É Magda, la sua studentessa dell’ultimo anno, il suo tormento e la sua salvezza al tempo stesso, la ragazzina il cui cuore ribelle porta ad andare sempre controcorrente

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