Tu sei qui

Rom genti libere

Editore: 
Dalai
Anno: 
2011
Luogo di edizione: 
Milano

Presentazione: 

Da sempre oggetto di sospetti e vessazioni, di persecuzioni e genocidi (si pensi ai 500mila Rom e Sinti massacrati dai nazisti), il popolo Rom è una delle più antiche minoranze del Vecchio continente, tra le più dinamiche e radicate. Eppure di loro non sappiamo nulla, a partire dal fatto che usiamo Rom come sinonimo di "zingari", mentre invece si tratta di uno dei cinque gruppi (oltre a Sinti, Kale, Manouches e Romanichals) che costituiscono la popolazione romanì.

I nostri anni migliori

Regia: 
Matteo Calore e Stefano Collizzolli
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
2011
Durata: 
45 minuti
Locandina: 
Sinossi: 

Nel racconto di cinque ragazzi tunisini, incontrati a Manduria, Mineo e Palazzo San Gervasio, un’intera vita soffocata sotto il regime di Ben Ali, la rivoluzione inaspettata e dirompente che l’ha messo in fuga. Poi la possibilità di partire, per alcuni a lungo sognata e per altri solo improvvisata.
Gli anni migliori sono i loro: quelli di una generazione di giovani cui per troppo tempo è stata negata la libertà, e che hanno deciso di provare a prendersela fino in fondo.
http://inostriannimigliori.wordpress.com/

La vita che non CIE

Regia: 
Alexandra D'Onofrio
Paese di produzione: 
Italia-Fortress Europe
Anno: 
2012
Durata: 
20+18+15
Locandina: 
Sinossi: 

Un bambino di cinque anni che si ostina a chiedere alla mamma dov'è finito papà e perché non torna più a casa. Le mani di un ragazzo innamorato che tremano scosse dalla rabbia in una gabbia, un attimo prima della rivolta. E il limbo di un uomo che da ex prigioniero si prende cura degli amici ancora dietro le sbarre, contando i giorni che mancano alla loro uscita. Sono le storie di Kabbour, Nizar e Abderrahim. Tre nomi per raccontare le vite che stanno dietro alle statistiche della macchina delle espulsioni. Così la regista Alexandra D'Onofrio prova a ribaltare l'estetica della frontiera. Affinché i numeri del Viminale tornino a essere uomini e donne in carne e ossa. Con una storia che va oltre il Cie, che ha un prima e un dopo, un dentro e un fuori la gabbia. E con un dato universale, che sia l'amore, la paternità o la solitudine, in cui tutti noi ci possiamo identificare per avere la certezza che nel 2012 viaggiare non è e non può essere un reato.
Dal sito http://fortresseurope.blogspot.it/2012/03/tre-corti-sui-centri-di-identi...

Garage Olimpo

Regia: 
Marco Bechis
Paese di produzione: 
Italia
Anno: 
1999
Durata: 
98
Locandina: 
Sinossi: 

Un documentario su un campo di concentramento in funzione non e' mai stato fatto, per intuibili motivi non e' possibile farlo. Ho voluto documentare il mio rapporto con quell' esperienza e quindi ridare immagini a delle vicende che non ne hanno nemmeno una. I desaparecidos non hanno immagini. La domanda che mi sono posto e' stata: quali immagini? Qualunque immagine va bene? Evidentemente no. E questo problema e' stato una ossessione ad ogni inquadratura. Secondo me l'immagine ha una sua etica. Cosa significa? Che un'intenzione puo' essere tradita dall'immagine che si usa perche' l'immagine ha dei codici propri che non sono quelli della scrittura. Allora quali immagini per descrivere un campo di concentramento? Nei sotterranei, la macchina da presa è sempre in spalla, la luce e' quella della lampadina che si vede nell'inquadratura. Non c'e' stata alcuna luce aggiunta. Fuori, nella superficie, la città è stata invece raccontata come fiction, con luce artificiale, carrelli, che in questo dispositivo funzionavano come fiction uguale finzione: gli abitanti vivevano nella finzione, sotto c'era la realtà. Sul set c'erano sopravvissuti, madri e figli di desaparecidos, che osservavano in silenzio. L' attore necessariamente si è dovuto calare in una situazione che non era quella a cui e' abituato per professione. Ho girato in modo sequenziale. Gli attori non hanno letto mai la sceneggiatura intera, ricevevano giorno per giorno le scene da girare. Volevo che si concentrassero sul qui e ora, su chi erano e non sull'intero arco del loro personaggio che li avrebbe messi inevitabilmente in una prospettiva più speculativa. Se la domanda è: la violenza si puo' rappresentare? La risposta é: la violenza non si può rappresentare perchè é soggettiva. Non c'è alcuna oggettività nella violenza. Quindi: come fare con un mezzo come il cinema a raccontare qualcosa di così intimo? Una donna sopravvissuta a un lungo periodo di detenzione e di tortura disse un giorno a qualcuno che le chiedeva cosa le avevano fatto: "Di certe cose parlo solo con le mie piante". Questa risposta mi ha accompagnato sempre, dalla scrittura al montaggio.
Dal sito http://www.garageolimpo.it/new-go/index.html

Acquabianca

Editore: 
Alpha Beta
Anno: 
2012
Luogo di edizione: 
Merano
Autore: 

Presentazione: 

Sera gelida dell’inverno del 1946, stazione di Castelbello, val Venosta: Daniele entra in una sala d’attesa, gremita di facce, per mano a suo padre. Sono sette giorni che viaggiano lungo i binari alla ricerca di un lavoro, uno qualsiasi. La loro ricerca termina il mattino dopo alla stazione di Lasa: un ragazzino di dodici anni muove i cuori a compassione e apre molte porte.

Cina.net Post dalla Cina del nuovo millennio

Editore: 
ObarraO
Anno: 
2012
Luogo di edizione: 
Milano

Presentazione: 

Il web cinese registra oggi oltre 500 milioni di utenti. Nonostante i tentativi di censura e di “armonizzazione” compiuti dal governo, il popolo della rete si impone nella Cina di oggi e disegna un intreccio di reti e relazioni spesso invisibile a prima vista, a causa della sua intrinseca molteplicità.

Anteprima a Milano

25 ottobre ore 18.30
Presentazione del romanzo Per arrivare a sera di Milton Fernandez, (qui info su libro e autore) al Bistrò del tempo ritrovato, Via Vincenzo Foppa, 4 Milano
02/36503146
info@bistrodeltemporitrovato.it
www.bistrodeltemporitrovato.it

Le anteprime

Le anteprime nazionali della settimana SQUADRA VINCENTE, quest'anno sono:

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