
Un racconto per bambini, ma importante anche per gli adulti, che ricostruisce, con l'ausilio di immagini che conferiscono un tocco di surrealtà a una storia profondamente umana e reale, la storia di una emigrazione verso l'Italia, con la speranza di non venire dimenticati da chi si lascia, speranza che nel finale non verrà tradita. Un approfondimento a questo link, a cura di Giulia Mirandola: http://www.balcanicaucaso.org/ita/aree/Italia/Il-fazzoletto-bianco
I racconti della scrittrice di origine somala emigrata in Italia da molti anni si mostrano molto legati, comprensibilmente, al passato e alla terra che si è lasciata alle spalle. Si potrebbe inserire nel piccolo gruppo di autori e autrici provenienti dalle ex-colonie italiane che hanno deciso di scrivere in italiano anche per mostrare ai lettori italiani che la storia di questi due paesi ha molti tratti in comune, più di quanto la memoria e consapevolezza collettive lascino intravedere.
Il secondo romanzo dello scrittore di origine algerina ricorre al genere del noir per descrivere le relazioni complesse e spesso conflittuali tra gli inquilini di una palazzina romana, in cui convivono italiani e stranieri, quasi tutti immigrati a Roma da varie parti d'Italia e del mondo. Un romanzo che gioca sull'ironia e sui reciproci stereotipi e che ruota intorno alla figura del misterioso, ma benvoluto da tutti, Amedeo/Ahmed, che, dopo l'assassinio iniziale del personaggio chiamato Gladiatore, ha fatto sparire ogni traccia di sè.
Gemma impura è un romanzo autobiografico che con grande ironia descrive l'esperienza di vita della sua autrice e della sua famiglia, offrendo uno squarcio sulla situazione delle seconde generazioni in Australia, affine, per le difficoltà, i dubbi e le problematiche a quella di molti altri figli di immigrati. L'ironia che sfocia anche in apera comicità rende questo libro una lettura piacevole e fluida.
Se qualcuno vuole capire qual è l'Italia 2010, con quali persone si trova a convivere, quali cambiamenti ha apportato l'immigrazione, ha due modi: l'osservazione diretta e l'ascolto delle persone che incontra o la lettura di libri. L'una insieme all'altra gli offre le migliori opportunità di capire a fondo.
Questo è un libro che può aiutare a conoscere le persone che incontra nella sua giornata e quelle che sfiora senza poter comunicare. Sono tutte voci femminili, racconti scritti da donne immigrate o da italiane che guardano attente alla migrazione.
madrelingua («proprio così, con la “m” minuscola», precisa l’autore) è un romanzo che non è un romanzo, ma – paradossalmente – è forse, oggi, l’unica narrazione lunga possibile, in un mondo sempre più veloce, parcellizzato, relativo: liquido, per dirlo con Bauman. Dunque, se per romanzo intendiamo un’epica del mondo contemporaneo, uno sguardo lucido ed obliquo sulla realtà che viviamo, il romanzo deve necessariamente mutare forma per farsi interprete di questa crisi che è della società, dell’individuo-persona, ma anche letteraria ed intellettuale.
Se già in Racconti italiani Monteiro Martins rivelava una cifra stilistica e poetica ben definita, ne La passione del vuoto vediamo una ulteriore maturazione dello scrittore, sia dal punto di vista formale che strutturale. I racconti di questa seconda raccolta non sono, infatti, tenuti insieme solo dal ben definito modus scribendi dell’autore e dall’evidente volontà di entrare in diretto dialogo con il nostro presente: sono legati da un solido filo rosso che attraversa con sistematicità tutta l’opera, ponendola al bivio tra la raccolta di racconti ed un romanzo alquanto sui generis.