
L’autrice descrive - mantenendo una particolare attenzione al punto di vista adolescenziale - le vicende di un gruppo di ragazzi di tutte le nazionalità le cui famiglie si sono ritrovate per caso a vivere nella medesima palazzina. Si incrociano amicizie e amori, dubbi sul futuro, ferite aperte del
passato, in un microcosmo urbano che bene dipinge gli intrecci che riguardano la nostra società e che le giovani generazioni inconsapevolmente stabiliscono.
Un albo riccamente illustrato che racconta dal punto di vista di una bambina la migrazione
in un altro paese, tanto diverso da quello che ha lasciato: «la città è tutta una novità: le case,
i vestiti, le facce che incontra sono tutte cose insolite per Viola». Anche la scuola è diversa
e soprattutto la lingua che parlano i suoi compagni di classe, che lei non capisce. Viola rifiuta quella scuola e quei bambini che fanno incomprensibili bla bla, ma alla fine ognuno di loro troverà un modo per esprimere il proprio benvenuto e non far sentire sola la nuova arrivata.
Bellosguardo è uno scugnizzo napoletano che, come tanti suoi coetanei, fra fine ‘800 e inizi ‘900 parte per gli Stati Uniti e arriva a Ellis Island. La storia dell’emigrazione italiana è raccontata in questo albo illustrato, che in appendice offre anche un approfondimento storico sul fenomeno.
Ecco la storia di una emigrazione italiana, da un paese del Sud Italia verso la Germania; un testo che nella sua semplicità ripercorre le faticose tappe degli emigranti italiani, la fatica del lavoro, le precarie condizioni abitative ed anche il ridimensionamento dei sogni. Ma non c’è solo questo nelle pagine dello scrittore tedesco, c’è anche la tenacia del ragazzino protagonista, il suo impegno a scuola e al lavoro, la volontà di riscatto. Ripubblicato nel 2018 ancora da Gallucci
Questo libro, facendo più ampio ricorso alle immagini che alle parole, (anche se alla fine presenta un compendio di ricette) descrive la vita in Svizzera di emigranti italiani e dei loro figli a partire da un osservatorio particolare, che è quello della cucina: l’attenzione al cibo, ai sapori lasciati che si cerca di riprodurre anche in un altro paese. Il mantenimento della tradizione del pranzo domenicale e della pasta fatta in casa, sono tutte spie di quel tentativo da parte degli emigranti di arginare la loro nostalgia.