
Lo studioso si sofferma con parole chiare sull’abusato concetto di identità, illustrando come non ci sia potere politico e anche religioso che oggi non parli di identità e della opportunità o della necessità di difenderla, affermarla, valorizzarla. Remotti ben illustra come l’identità sia un luogo comune, una nozione verso la quale non si adotta alcun atteggiamento critico, un vero e proprio mito moderno che afferma rigidamente un noi circoscritto in opposizione all’altro da sé.
L’identità diventa quindi una potente arma di difesa, che funziona nel senso della chiusura e
Come preannuncia già il titolo, è un lungo discorso, sotto forma di lettera ad un amico e alla fine al figlio mulatto, sulla situazione di un immigrato africano in Italia, sul colonialismo ed il razzismo, sui motivi per cui è partito e ora costretto a restare in un paese che non lo vede come persona.
In questo libro Nesi parla della sua vita di imprenditore prima e di scrittore poi, ma soprattutto del tessuto lavorativo e sociale della sua Prato, delle difficoltà connesse alla globalizzazione e di una politica incapace di proteggere e difendere la qualità del lavoro e le capacità dei suoi cittadini. Ci sono anche i cinesi in questo libro, nella loro espansione nel mercato mondiale, nelle tristi condizioni di lavoro, nascosti nei capannoni delle nostre città.
Iranista e islamologa, si occupa soprattutto di problematiche di genere nei paesi islamici.
Il suo lavoro di ricerca trova significativa espressione in questo saggio, a proposito del
quale, la studiosa scrive nel suo blog: «La lotta di liberazione femminile non è un’esperienza
esclusiva dell’Occidente. Lo raccontano, e soprattutto lo dimostrano, le musulmane
che ho incontrato in Turchia, Malesia, Iran, Indonesia, Egitto… sono filosofe, studiose
dei testi sacri, attiviste che lottano per i loro diritti. Un viaggio per incontrare chi crede nel
Questa è la storia di una delle tante donne che per ragioni quali necessità, disperazione, fuga dalla violenza, desiderio di aiutare la famiglia sono partite verso l'Italia lasciando i loro figli a casa, in uno dei paesi dell'Est Europa.
È la storia del tentativo di piantare le proprie radici in una nuova terra, a volte dura e ostile, ma anche della tenacia e della nostalgia, che si struttura a partire dalla forma epistolare.
Un libro di memorie paterne riprese e rielaborate dalla figlia in romanzo, in cui si legge della storia di una generazione segnata dalle tragiche vicende dell’ex Jugoslavia. Un’opera prima ma che rivela una grande capacità narrativa della scrittrice. Il romanzo porta alla luce le contraddizioni e i paradossi della vicenda paterna, e dell'intera sua famiglia (serbo-croata-bosniaca): una storia che si dipana negli ultimi sessant’anni del Novecento.