
Gli accessori delle identità. Visto il successo ottenuto nella scorsa edizione dalla mostra didattica “Mappe, rotte e paralleli”, la dott.ssa Roberta Bonetti, che ne era responsabile, propone Gli accessori dell'identità.
Gli accessori delle identità” è una mostra-laboratorio che attraverso un approccio interdisciplinare e interculturale intende fornire strumenti per cogliere il significato molteplice e complesso del concetto di “identità” enucleando i diversi elementi che la compongono:
Giovedì 4 novembre ore 21.00: spettacolo di letture recitate, Il viaggio di Ulisse e le sue molte identità. Siamo fatti tutti della stessa materia. A cura della compagnia La quarta parete.
La compagnia teatrale è stata fondata nel 2008 da due artisti albanesi, Albert Dedja e Dardana Bërdyna, diplomati all’Accademia di Belle Arti di Tirana, attualmente residenti a Trento
SALA CONFERENZE della FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI TRENTO E ROVERETO,
via Calepina 1, Trento
Le giornate prevederanno gli incontri nelle scuole degli ospiti che hanno già aderito e di cui indichiamo le schede bio-bibliografiche (basta cliccare sul nome delle autrici). Info sull'incontro pubblico qui
Fili d’oro, 2 - 6 novembre 2010
La settimana che Il Gioco degli Specchi organizza anche quest’anno ruota intorno al tema dei legami che le persone che migrano stabiliscono tra la realtà di origine e quella di arrivo.
È un'antologia di poesie da raccolte diverse composte in un arco di cinquant'anni, da “Sòlo mientras tanto” pubblicata nel 1950 fino a “El mundo que respiro” del 2001. Si passa attraverso tutta la gamma del reale, seguendo i tempi della vita: un Dio contestato, i problemi politici e quelli sociali, la routine da impiegato, i giochi e le invenzioni di parole, l'osservazione della natura, la poesia d'amore, l'esilio e la nostalgia.
La sua ultima opera pubblicata in Italia nel 2004, e forse la più importante e completa, è questa antologia con testo a fronte, la prima parte in serbocrato, che l'autore considera 'la lingua delle mie memorie', il resto in sloveno.
Scrive Sinan Gudzević nella prefazione al libro che Osti, anche se ferito dagli orrori della guerra nella sua intimità più profonda, è rimasto poeta anche in quelle drammatiche circostanze e soprattutto poeta d'amore, come dimostrano molti testi qui raccolti.
Un giornalista egiziano viene allontanato dalla sua città, Il Cairo, e ora si trova in esilio al nord, in Europa, anche lì emarginato, un allontanamento utile in fondo per riflettere sui suoi ideali di nasseriano ormai sconfitto, sul suo lavoro, sui rapporti con i colleghi e con la moglie da cui ha divorziato.