Sono raccolte in questa esauriente antologia più di sessanta composizioni poetiche di Ana Blandiana, scritte tra il 1966 e il 2000. Dimostrano la sua capacità di usare la parola nonostante le difficoltà del periodo in cui si trova a vivere. “Voglio toni chiari, voglio parole chiare”, “Ho sempre creduto che la poesia debba non tanto risplendere, quanto illuminare.” “La poesia è ciò che mi ha dato, come un sesto senso, la sensazione della presenza dell'”altro” nel mondo circostante. L'altro mi guarda dalle pietre, dalle piante, dagli animali, dalle nuvole..”
Racconta la storia di una famiglia di Karnak all'epoca della dominazione inglese. Il figlio è emigrato quando ancora era un bambino per lavorare nei campi militari, prima in Sudan poi in Palestina, dove si sposa, per tornare infine al villaggio dopo molti anni. Nel frattempo il padre è morto, la sorella ha concluso un matrimonio infelice e 'il fiume della vita continua a scorrere' tra superstizioni, tabù, dissidi tra famiglie e amori.
Un cantastorie africano intrattiene il suo padrone e capo, il Presidente e Generale di una imprecisata repubblica africana esaltando le sue gesta e quelle di vari personaggi a capo di altri paesi, dandogli consigli per aumentare il suo potere. È una rassegna beffarda, circostanziata e aderente alla realtà, delle varie figure di dittatori che l'Africa post coloniale ha conosciuto.
In questo testo lo scrittore ripercorre con commozione la storia della sua famiglia, con attenzione particolare alla vita del nonno e di uno zio emigrato a Cuba. Maalouf è presente in prima persona nel suo sforzo di ricostruire il passato familiare, chiamando in soccorso la memoria propria e quella di parenti più vecchi di lui, indagando sul posto, cercando tra le righe dei pochi documenti rimasti, con il continuo rimpianto di non essere stato più curioso ed indagatore quando erano ancora in vita i testimoni della loro storia familiare.
Assai significativo il titolo originale di queste breve ed intenso saggio, riedito più volte: “Les identités meurtrières - le identità assassine”, per sottolineare come l'affermazione dell'identità di una persona o di un popolo sia concepita come un monolite, statica e troppo spesso rivolta CONTRO qualcuno, contro l'estraneo visto come una minaccia.
Il meccanico delle rose è Reza, sua è la storia che viene raccontata, non direttamente, ma attraverso tutte le persone che il suo destino gli fa incrociare. Ognuno dei capitoli è un personaggio ed una storia, orditi che si ricongiungono tutti insieme per delineare attraverso la vita degli altri, la sua, indicando in modo sempre più preciso, carattere, modi, pensieri ed azioni.