L’ultimo lavoro di Elvira Mujčić si presenta come un testo snello, di agevole lettura, che, nella sua brevità, affronta questioni centrali per la vita di moltissime persone, oggi.
Nell’agosto 2016 la giornalista Martina Castigliani è partita alla volta della Grecia per lavorare nei centri di accoglienza per migranti, insieme ad altri volontari provenienti da tutto il mondo. La realtà che si è trovata di fronte non poteva non essere raccontata. Questa raccolta di storie rappresenta una testimonianza che intende restituire le vicende di uomini e donne che cercavano la libertà e sono diventati fantasmi a causa dell’indifferenza delle istituzioni e di parte dell’opinione pubblica.
“Chi di noi è ancora in grado di immaginare un mondo senza muri, oggi?” (p.137) Una domanda centrale, quella che si pone Greppi nel suo saggio, dal momento che, se con il crollo del muro di Berlino ci si fosse illusi che una nuova fase stesse iniziando, effettivamente ne è iniziata una, ma che ha visto la crescita esponenziale degli stessi e non la loro fine. Se l’origine dei muri è stata essenzialmente militare, oggi molti di essi servono per nascondere, allontanare l’altro, l’intruso che minaccia lo statu quo, come ben argomenta lo studioso.
Jonas ha trent’anni, la pelle scura, e ogni volta che gli chiedono da dove proviene risponde che è americano, suscitando perplessità, soprattutto nei suoi studenti, i bambini di una scuola per bianchi in cui insegna part-time. Ma Jonas non accetta compromessi, lui è nato nell’Illinois e poi si è trasferito a New York, non ha mai neppure messo piede nella terra dei suoi genitori, l’Etiopia. Suo padre, Yosef, era arrivato negli anni Settanta, dopo un estenuante viaggio in nave, nascosto in una cassa per animali.
L’ultimo romanzo di Adrian Bravi suggerisce una linea di continuità ideale con il saggio che ha scritto precedentemente, in quanto entrambi si focalizzano sulla lingua: ne La gelosia delle lingue Bravi sviluppava una riflessione di natura scientifico-teorica su cosa significa lingua, appartenenza linguistica, migrazione e dunque cambiamento di lingua, a partire da numerosissimi e dotti riferimenti a scrittori, poeti, studiosi che hanno affrontato, e vissuto, questi temi.
Questa volta Balzano approda alla saggistica, sebbene mantenga un approccio fresco, curioso e di godibile lettura: offre infatti a chi legge un percorso attraverso alcune, importanti, parole di cui risale l’etimologia, mostrandoci le deviazioni nell’uso comune e contemporaneo, al punto da stravolgerne l’originario significato.