In questo prezioso libretto serigrafato, fatto a mano e ad edizione limitata, si citano da "La tempesta" di Shakespeare versi che possano consolare le storie appena accennate con poche parole e preziose immagini : "ma nulla di lui va disperso".
Non si perdono le lacrime delle madri che salutano i figli ancora piccoli che partono col padre, le sofferenze nel carcere e la morte nel deserto, la paura che fa pregare anche i non credenti nell'affrontare l'ignoto e il mare.
"Erano come due notti: la notte e il mare nero come la notte che ci viene addosso."
Il documentario di Andrea Segre e Stefano Liberti conferma l'impegno e la volontà di mantenere alta l'informazione a proposito delle palesi (nonchè sanzionate dalla Corte di Strasburgo) violazioni dei diritti umani ad opera dell'Italia nei confronti delle persone in fuga dai conflitti africani. Al centro del documentario il respingimento in mare, raccontato dai protagonisti, ad opera di una nave militare italiana di una barca di migranti partiti dalla Libia e lì riconsegnati. Aspra la denuncia nei confronti dei trattamenti disumani nelle carceri libiche, alle quali l'Italia ha riconsegnato i profughi. Le voci di chi ha avuto la possibilità di raccontare quell'esperienza drammatica sono state raccolte dai due registi. Il 20 giugno 2012, il documentario è stato proiettato in 100 città italiane.
L'8 maggio 2012 a Trento un gruppo di ragazzi fuggiti dalla guerra in Libia si sono incontrati con alcune sorelle e alcuni fratelli italiani dando vita all'assemblea dei richiedenti asilo.
Il romanzo di Wu Ming 2 e Antar Mohamed è forse il primo, riuscito tentativo a quattro mani di romanzo che risponde, nell'accezione del writing back teorizzato da Ashcroft in quel volume-pietra miliare per gli studi postcoloniali The Empire Writes back, a un immaginario ancora molto intriso di pregiudizi nei confronti dell'altro da sé per eccellenza, il nero, e di ignoranza sul tema della storia coloniale italiana.
Continua a viaggiare la mostra itinerante LIBRI IN VIAGGIO.
L'esordio narrativo di uno dei più noti scrittori romeni contemporanei si caratterizza da subito per la nota presente anche nel romanzo successivo, Sono una vecchia comunista!: l'ironia che sfocia spesso nella comicità, la rappresentazione scanzonata di un paese, la Romania, prima e dopo la dittatura di Ceausescu, lo sberleffo nei confronti di quest'ultimo. Tuttavia la penna scanzonata di Lungu non risparmia nessuno, nemmeno i vizietti e le manie dei molti romeni che popolano queste pagine.
Via delle Acacie, anni novanta: siamo in periferia, in una strada alla periferia di una città, tra persone di una società ai margini, in una Romania ai confini dell'Europa. L'epoca Ceausescu è finita e la gente si muove nell'incertezza, tra vecchie abitudini, nostalgie e grandiosi progetti.
Testo a fronte in tigrino, illustrazioni di Luca De Luise.
"Quando i sassi erano pane, c'era una volta..." iniziano così le fiabe raccolte da Ribka Sibhatu - narratrice avvincente e autrice storica di Sinnos - che ci immerge nella vita del popolo e della cultura eritrea. Fiabe provenienti dalla tradizione orale dell'Eritrea, paese che ha vissuto e vive una storia difficile, particolarmente legato alla storia dell'Italia, ma di cui sappiamo sempre troppo poco.