Kaha Mohamed Aden ricostruisce in questa lunga intervista la sua città, Mogadiscio, vista ormai nel ricordo, da lontano, dalla Pavia in cui attualmente abita.
È la bella città bianca affacciata sull'azzurro dell'oceano con la sua via verde, il suo primo nucleo storico, quello islamico, la città aperta all'oriente ed all'Africa che ha alle spalle.
La via nera è quella dell'edilizia fascista portata dal colonialismo italiano e furono in pratica i fascisti, tornati come esperti dei luoghi, ad avviare alla democrazia (!) la Somalia, in un lungo periodo di amministrazione fiduciaria, 1950-1970. Rossa la via del socialismo di Siad Barre, tiranno dapprima illuminato poi sempre più feroce, a cui fa seguito una Somalia ingovernabile, la via grigia, dell'attuale guerra di tutti contro tutti.
La quinta via, quella della speranza, bisogna desiderarla e e costruirla, tuttavia è possibile se in passato in questa città c'è stata vita e convivenza.
Il lavoro è arricchito da immagini d'epoca che si intrecciano a quelle della Pavia di oggi.
Di sicuro interesse la collaborazione musicale di Isacco Chiaf.
La presentazione:
http://www.youtube.com/watch?v=s9vSKtdG25A&feature=related
il trailer:
http://www.youtube.com/watch?v=_nmHWQiLQm8
Il libro è un omaggio alla città, Argirocastro, in cui lo scrittore è nato (come il dittatore Enver Hoxha) e che prende vita nella sua attenta descrizione: le case dai tetti d'ardesia abbarbicate le une alle altre, antiche case fortificate a tre piani, tra stradine strette e lunghe gradinate che salgono verso l'imponente fortezza che le domina.
Il primo romanzo di Ismail Kadarè, pubblicato nel 1963, riedito da Longanesi nel 2009, racconta la missione di un generale e di un sacerdote che cercano le salme di tremila soldati italiani, caduti in Albania nella seconda guerra mondiale, per riportarli in patria. In questo compito molto difficile si riaffaccia la storia della guerra e delle vicende personali dei soldati, si snoda la riflessione sull'assurdità di quelle lotte e anche di quel triste compito svolto tra pioggia e fango, tra ostilità, silenzi e inaspettate scoperte
Nella storia del padre dell'autrice la vicenda della nostra emigrazione di inizio Novecento, del mito di un'America che illude e respinge, mito speculare a quello che la nostra Italia di questi anni offre, delusione inclusa, a molti immigrati.
Il lungo viaggio sul bastimento dei nostri emigranti, le diverse classi di passeggeri, i valzer che risuonano, l'arrivo a Long Island e l'inizio di una vita di lavoro troppo dura per un adolescente.
Partendo dalle motivazioni individuali e personali che hanno portato ognuno di noi ad avvicinarci all’associazione, pensiamo sia importante creare momenti di incontro, riflessione e confronto collettivi. E’ per questo che Il Gioco degli Specchi propone un percorso, denominato VIVERE TRENTO, per soci, volontari e simpatizzanti dell'associazione.
Il percorso sarà così strutturato:
• Da dove siamo partiti: ripresa della memoria dell’associazione
• Dove siamo: progetti e attività
• Verso dove andiamo: ridiscussione dei bisogni sociali
La paura di un bambino che entra in una classe per la prima volta, non sa la lingua, ha paura di non capire, è nuovo, ha paura di non essere accettato. Il dolore di non avere nessuno che giochi con lui, che gli voglia bene, il dolore di un paese lontano dalla natura, spesso più bella, in cui era, spesso, più libero di giocare, in cui ha lasciato parenti ed amici che gli volevano bene. Il senso di ingiustizia perchè lui non ha scelto di affrontare queste difficoltà, ma ha subìto le decisioni degli adulti. Il senso di ingiustizia per le parole e le azioni che lo feriscono.
Feven Abreha Tekle con Raffaele Masto: come per Safiya lo scrittore non mette per primo il suo nome a sottolineare che si fa mezzo per far conoscere la storia di una persona.
Da cosa fuggono gran parte degli stranieri che arrivano in Italia dall’Africa?
Da cosa è fuggita Feven la protagonista del libro?
La storia di Feven, è una delle tante vicende di immigrazione che non vengono mai alla luce.